Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Venezia è stabile?

Inserito il 15 Giugno 2014 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi

I fatti del Mose sono come tempesta sul vigneto del nostro comune.

Anche in Europa le notizie hanno avuto un’enfasi dolorosa per la nostra condizione.
Da una parte c’è fiducia nella magistratura e in questi inquirenti preparati e onesti. Dall’altra parte resta la presunzione di innocenza per chi non è condannato nei vari gradi di giudizio. Bisogna ricordare che in passato alcuni “mostri” si sono poi rivelati “angeli”. In momenti scuri del passato si è messo al rogo gente innocente e si è gridato “untore” a chiunque fosse in aria di sospetto. Vogliamo fare la stessa cosa oggi?

Occorre dunque prudenza e tempo perché la verità si faccia strada. Sono state dunque fuori luogo le urla di chi, anche lunedì in consiglio comunale, ha gridato accuse gratuite e chiesto la testa di tutti. Quelle scene ci hanno ridotto a gente senza personalità e saggezza civica. Bisogna poi distinguere la parte dal tutto. Se l’indagine riguarda il sindaco non significa che tutti siano inquinati. Anzi: il consiglio comunale meriterebbe più sostegno di prima, perché oggi è più faticoso il servizio di chi guida il bene comune. Basta dunque con questa indiscriminata caccia alle streghe.

Da ultimo. In un mare tempestoso servono uomini dal polso fermo. Già la crisi economica frena gli investimenti, anche dall’estero. Se si aggiungesse un’ulteriore crisi politica il nostro territorio andrebbe alla mercé del più furbo. È facile pensare che tanti avvoltoi stiano seduti al capezzale di Orsoni. Sia nell’opposizione che nella maggioranza ci sarà chi fa i conti per vendemmiare ora qualche voto in più. Ma a che prezzo? Venezia non ha bisogno di altri scossoni. Al contrario: è il momento in cui dovremmo serrare le fila. Ci sarebbe altrimenti un vero e proprio scempio nelle nostre già povere realtà comunali.

don Gianni

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