Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ecco perché resto cauto

Inserito il 17 Agosto 2014 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi

Mi contesteranno i buonisti aperti all’integrazione con ogni “lontano”, ma del tutto chiusi quando un “vicino” la pensasse in modo lievemente diverso. Pazienza, scrivo lo stesso: la franchezza è la cosa migliore.

Nella moschea di San Donà era giunto un nuovo imam: 27 anni, senza lavoro, si chiama Abdelbar Raoudi. Circa un mese fa, nel suo sermone del venerdì, ha condannato gli ebrei e ha supplicato Allah perché li conti uno per uno e li annienti: citazioni del Corano, mica parole sue, ma suonano ugualmente in modo sinistro.

Alcuni ammiratori hanno pubblicarlo su internet il sermone, per l’edificazione degli assenti. Tutto in lingua araba, s’intende, ma con qualche sottotitolo in inglese. Se non che qualcuno ha guardato il video e ne è piovuta una denuncia (pare per qualche contrasto interno). Sta di fatto che l’imam è stato espulso dall’Italia per incitazione alla violenza. La traduzione del sermone è corretta. I tentativi di sminuire le affermazioni risultano strampalati.

L’imam era un giovane di “belle speranze”, libero dalla “vecchia mentalità”, aperto ai pensieri moderni. E comunque ha auspicato lo sterminio di un popolo. Ci sono ben altri imam, più saggi e prudenti; dispiace però che non abbiano condannato il gesto. Valgono le parole di papa Francesco: nessuna religione ci autorizza a far guerra.

A mio parere, molti amici musulmani stanno partecipando all’azione sociale, economica e morale del nostro povero Paese. Danno il proprio contributo e trovano strade di dialogo in mezzo a tante difficoltà. Perché aumentare le tensioni? Personalmente ritengo che l’ingresso di nuove religioni in Italia farà comprendere meglio il volto del cristianesimo.

Seminare rabbia però fa male a tutti. E, sinceramente, prima di nuove moschee chiederei almeno una regola: se non c’è nulla da nascondere nella predicazione si usi il linguaggio che tutti possono capire; qui a Venezia l’Italiano. La pace parte anche da qui.

don Gianni

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