Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

La famiglia allargata…

Inserito il 2 Novembre 2014 alle ore 11:43 da Plinio Borghi

La famiglia allargata sembra essere diventata il fiore all’occhiello della modernità, l’esempio dell’apertura mentale dal punto di vista umano e sociale: chi dimostra ancora un po’ di perplessità e di ritrosia rispetto al “nuovo” che avanza è retrogrado e fuori dal tempo. Poco importa se è solo un’azione di recupero, dopo che sono saltati valori come l’indissolubilità del matrimonio, la bisessualità della coppia e il tradizionale assetto della famiglia. Quanto alla pretesa di novità, va detto che noi cristiani fin dai primordi abbiamo introdotto il concetto di famiglia allargata, ma nel suo significato più qualificante, che è quello di una “comunità” che condivide le proprie risorse (a cominciare dall’amore), che vive insieme le avversità, che cerca di esprimersi attraverso la solidarietà (diceva  Gesù: “Da questo conosceranno che siete miei amici: se vi amate gli uni gli altri come io vi ho amato”). Ma ciò che sublima l’idea è proprio “la Comunione dei Santi”, verità di fede che proclamiamo ogni qual volta recitiamo il “Credo”. In questi giorni ne stiamo facendo memoria sia celebrando la festa di tutti i Santi, che include non solo coloro che tali sono stati proclamati, bensì anche tutti quelli che non hanno subito la condanna definitiva (quindi compresi quanti in Purgatorio attendono la gioia finale), sia commemorando tutti i fedeli defunti, le preghiere per i quali vanno proprio a suffragio delle “anime sante” del Purgatorio, o in forma diretta ovvero in modo indiretto se quelli per i quali le rivolgiamo sono già glorificati. Noi, che viviamo ancora nella dimensione terrena, apparteniamo alla “Comunione” come pellegrini verso quello status di santità cui siamo chiamati e destinati, salvo voluta e consapevole rinuncia, in tensione per il banchetto finale al quale Dio ci vuole tutti convitati. Quindi siamo già in Comunione anche se la condizione di santità non è ancora “operativa”. Come in tutte le verità di fede, c’è del mistero, che non ci consente una completa comprensione del fenomeno, che tuttavia è bello così com’è ed altrettanto appagante. Per tale ragione la ricorrente celebrazione delle feste in corso ci coinvolge e assume una prospettiva che ci fa sentir bene. Questa è la nostra famiglia allargata e ogni altro palliativo che non abbia a fondamento gli stessi valori e gli stessi presupposti è solo un rattoppo, fatto con pezza scadente.

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