Qual è il vaccino per la crisi?
Inserito il 30 Gennaio 2015 alle ore 17:44 da Don Gianni AntoniazziLa Banca Centrale Europea verserà 1.000 miliardi di euro in Europa. Qualcuno esulta: “Finalmente fuori dall’austerità e dalla crisi”. Ma ci sono tante interpretazioni possibili.
Draghi ha annunciato un progetto “straordinario”: la banca centrale darà agli stati fino a 1.000 miliardi e forse più. Il prestito è per chi ubbidisce all’Europa (tradotto: alla Germania) e in caso di difficoltà la banca centrale risponderà per il 20% mentre gli stati per l’80%.
Tutti ad esultare: è finita l’austerità e la crisi.
Ma la vita ruspante di chi sta in trincea dice altro. Intanto sembra che resti in piedi l’enorme apparato della burocrazia e della spesa pubblica, che forse non produce quanto mangia. Anzi, potrebbe ingoiare in uno sbadiglio anche i soldi del contributo. A parte questo mi pare che il vero problema sia l’individualismo. Sempre più, qui in canonica, a chiedere aiuto sono le persone sole. Mi dico: in principio da soli si sta anche bene, perché manca il peso dei rapporti famigliari, le noie sono poche, per la vecchiaia c’è la pensione, per le malattie c’è l’Ulss. Ma col tempo l’inganno viene fuori. Le strutture sociali aiutano per modo di dire tanto che sanità e pensioni sono al collasso. Chi è senza una famiglia affonda per primo. Questa è la realtà: la crisi è una questione umana: ha a che fare con la solidità dei legami e la fiducia fra noi. Qualche soldo in più nelle tasche delle banche risolve poco. Bisogna imparare il soccorso reciproco. Chi aiuta un amico in difficoltà protegge se stesso perché la sofferenza altrui, se non viene curata, prima o poi raggiunge tutti.
Questa iniezione di soldi dice che il malato è grave e da solo non respira. Serve adrenalina.
Per un poco si andrà avanti, ma solitudine ed egoismo torneranno a farla da padroni, perché la Grecia di euro ne ha ricevuto 340 miliardi e non ha risolto niente: eppure vale appena il 2% del Pil europeo.
La soluzione è ricomporre i legami di fratellanza, secondo il Vangelo, e per farlo occorre volontà e un tempo lungo.
Prudenza dunque, perché non è detto che il peggio sia passato.
don Gianni Antoniazzi