Via quello che non serve
Inserito il 20 Febbraio 2015 alle ore 16:41 da Don Gianni AntoniazziQuel che non serve fa perdere tempo, energie e parte della vita. La Quaresima invita all’essen-ziale: se basta il poco, non affoghiamo nel troppo. Più che nuove cose, servono nuovi occhi.
Di fronte alle parole “privazione” e “rinuncia” avvertiamo un sentimento di rivolta. Perché astenersi? Forse ne capiamo il senso quando serve ad aiutare qualcuno, diversamente sembra un gesto senza ragione.
Non è possibile però fare esperienza di tutto. Chi è maturo mette dei limiti a se stesso, se no disperde energia e tempo.
Ebrei e Cristiani hanno sempre inteso il valore del digiuno. Ancor oggi le chiese ortodosse conservano una rigorosa legislazione a riguardo, perché occorre mangiare, ma ancor più saper smettere, occorre memoria, ma anche dimenticare i fatti tristi.
Servono spazi e oggetti, ma avarizia e cupidigia ci rendono schiavi. Per il dominio di sé, per essere snelli nelle decisioni e nel tempo, per la disciplina delle proprie pulsioni e dei propri bisogni, per una più grande libertà, è necessario andare all’essenziale e lasciar cadere il superfluo.
Non basta. Antico e Nuovo Testamento ci parlano anche di un’altra forma di astinenza temporanea: quella sessuale. È una proposta che non umilia, ma esalta l’essere umano.
Qualche volta serve prendere le distanze da un’azione che potrebbe diventare banale, meccanica, scontata, affinché corrisponda a un desiderio più ordinato e raffinato; in questo caso la rinuncia è l’attesa, perché l’incontro avvenga come un’opera d’arte (da Enzo Bianchi).
È un’astinenza “sinfonica”, di comune accordo, solo per qualche tempo, per capire che “l’amore di Dio vale più della vita”.
don Gianni