Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ritornano regole e punizioni

Inserito il 6 Marzo 2015 alle ore 18:44 da Don Gianni Antoniazzi

Mi hanno segnalato con passione questo articolo da Gente Veneta del 07/02/15, a firma di Giorgio Malavasi, sul ruolo paterno in famiglia. È un’intervista a Fabrizio Guaita dell’Ulss 13 di Dolo Mirano.

“Sono sei, sette anni che scuole, parrocchie e associazioni ci chiedono di fare formazione sulle regole nell’educazione, e sulle punizioni, quando si sbaglia, che devono stare accanto ai premi, quando li si merita. Quindici anni fa ci chiedevano tutt’altro: come si migliora la relazione fra le persone, come si fa se un ragazzino si droga…”.

Fabrizio Guaita, il responsabile del Servizio Educazione e Promozione Salute della Ulss 13, fotografa così un cambiamento culturale importante: il ritorno delle regole nell’orizzonte culturale: “è come si avvertisse che qualcosa manca. E che quel qualcosa – saper usare le regole nell’educazione – è utile”.

È la “nostalgia del papà”. Per certi versi è un cambiamento epocale. È quasi come se nell’aria si respirasse una “nostalgia del papà”. Sì, perché gli ultimi 40-50 anni sono stati segnati da un ammorbidimento, fino al limite della liquefazione, della figura paterna. Il padre di una volta, autorevole e a volte autoritario – che fissa le regole per la vita della famiglia e soprattutto per quella dei figli, che premia ma che non si fa problemi nel punire – è andato via via affievolendosi.

I papà di oggi, incapaci di fissare i limiti. Al suo posto sono arrivati i papà amici dei figli, i papà “mammi”, perfino i “papà peluche”. Hanno portato una dolcezza e una comprensività mai viste prima nel rapporto con i propri bambini e ragazzi – questo è un aspetto positivo – ma hanno anche perso la capacità di fissare i “paletti”. E i “paletti” sono invece utili nella crescita psicologica dei figli: è confrontandosi con essi che i figli possono capire fin dove ci si può spingere e dove è bene fermarsi, cosa significa avere un obiettivo e quanto valgono la fatica e il sacrificio per raggiungerlo. Se tutto è concesso, se tutto è tabula rasa, invece, prima o poi si scivola e ci si fa male.

Un utile passaparola. “Questa richiesta di fare formazione sulle regole – riprende Guaita – è un segnale crescente, che mi dà ottimismo. Oltretutto, ho la percezione che ci sia un passaparola molto utile, per cui chi avverte questa esigenza e partecipa a questi incontri, ne parla poi in famiglia, con il collega, con il vicino di casa…”.

Il primo consiglio è per i neo-genitori. E il consiglio di fondo che Fabrizio Guaita fornisce durante gli incontri di formazione? “Di tornare con convinzione ad avere famiglie dove siano chiare la funzione materna e quella paterna. Famiglie che sappiano dettare le regole e che sappiano distribuire premi, ma anche punizioni. E questo vale soprattutto per le giovani famiglie, per i neo-genitori, cui dico sempre: entro i tre anni dei vostri figli dovete dare loro delle regole. Date loro ritualità, ditegli dei no, non sentitevi cattivi se li sgridate quando trasgrediscono… Altrimenti i bambini si autoregoleranno, ma questo vorrà dire che faranno poi un’enorme fatica a trovare le coordinate della vita”.

Giorgio Malavasi

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