Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Scaldare i muscoli…

Inserito il 22 Marzo 2015 alle ore 11:48 da Plinio Borghi

Scaldare i muscoli è un’operazione quanto mai necessaria quando ci si accinge ad affrontare un’impresa impegnativa, sia essa una gara che una performance nelle quali impegnare corpo e mente. I motivi sono in sintesi due: evitare che lo sforzo a freddo provochi danni (strappi o versamenti articolari) ed ottenere il più elevato ed armonico dei risultati. Questo principio vale ovviamente anche per un’esibizione canora, quando è prassi “scaldare” preventivamente la voce, ma il concetto è estensibile anche in campo spirituale, tanto è vero che prima di cominciare un periodo intenso è d’uopo far luogo ai cosiddetti “esercizi spirituali”. In teoria pure la politica dovrebbe allinearsi alla prassi quando c’è aria di campagna elettorale, appunto per ricercare il massimo della convergenza e della concentrazione, entrambe necessarie ad un confronto comprensibile tra le forze in campo ed alla conseguente chiarezza nei confronti degli elettori. Purtroppo qui il condizionale ci sta a tutto tondo, perché di solito si assiste a forze che si disgregano proprio alla vigilia della kermesse, probabilmente convinte di crearsi un proprio orticello tramite presunti consensi da carpire, e alla labilità delle eventuali coalizioni, a tutto danno della comprensione di chi dovrebbe essere in grado di esercitare il proprio diritto in modo consapevole. Ormai ci siamo abituati e lasciamo correre, sperando in meglio. Pensiamo piuttosto alla liturgia di questa V domenica di Quaresima, un tempo chiamata proprio la Prima domenica di Passione. Era la volta che tutti i crocifissi e le immagini sacre venivano coperti di un telo viola, che veniva rimosso alla sera del Venerdì Santo. Al vespro s’iniziava a cantare il “Vexilla regis prodeunt”, il più bell’inno alla Croce che mai sia stato prodotto: si cominciava e si comincia in sostanza a far sintesi del periodo di penitenza vissuto per penetrare appieno il mistero pasquale. E qua è l’ora di scaldare i muscoli, altrimenti non è facile capire come si possa essere attratti da quel Corpo appeso nel più ignominioso dei modi e convincersi che da lì dipende la nostra salvezza; metabolizzare fino in fondo che il chicco deve morire per produrre frutto e che chi ama la propria vita la perderà. Gesù stesso, come uomo, era turbato per ciò che lo attendeva, ma confidava nell’epilogo promesso dal Padre, il nome del quale si accingeva a glorificare. Questi concetti sono veri e propri pugni sullo stomaco, che dobbiamo imparare ad incassare.

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