Veri come un bambino
Inserito il 19 Marzo 2015 alle ore 12:09 da Don Gianni AntoniazziLa caratteristica che apprezziamo di più nell’altro è forse la sincerità. Un’amicizia autentica è un tesoro da non perdere. Però un linguaggio schietto non solo è difficile: talora neppure è opportuno.
Al corso fidanzati abbiamo chiesto di indicare i 10 comandi più importanti per la vita di coppia. Sia i maschi che le femmine hanno incluso la sincerità ai primi posti della classifica. Un valore prezioso non solo nel legame di coppia, ma anche fra amici e colleghi di lavoro. Mi sono venute in mente però le parole del mio vecchio padre spirituale. Sosteneva con vigore il valore di essere autentici. Con equilibrio però riconosceva che non sempre è possibile esprimere fino in fondo i propri pensieri. Anzi: se le nostre parole non avessero un margine di reticenza sarebbe impossibile vivere insieme. Su alcuni punti restiamo così diversi che un linguaggio, specchio limpido dei nostri pensieri, ci porterebbe a continue divergenze. Insieme al valore dell’onestà è importante dunque quello della pazienza: per vivere da fratelli è necessario crescere insieme verso la Verità, un cammino che chiede tutta la vita e ancora non basta.
don Gianni
Caro Don Gianni,
sai quanto mi piacciono i bambini piccoli, proprio perche’sono “veri”, come tu dici nel titolo e, io aggiungo, spontanei. Gia’quelli piu’grandi (scuola media)dove ho insegnato per parecchi decenni, lo sono meno, non parliamo degli adulti!
Il caro amico Giorgio Mar, spontaneo come un bambino, un giorno mi disse, parlando di una persona con cui spesso si trovava in disaccordo,:”é falso come un prete”!
Giorgio,che si vantava di aver studiato presso i Cavanis, non lo diceva per offendere la categoria, anzi voleva molto bene a tanti sacerdoti ma forse proprio per quella “reticenza” insegnata, magari in Seminario, dal tuo “vecchio padre spirituale”!
D’accordo sull’essere “autentici,ma seuno lo vuole essere fino in fondo, a mio parere, deve esprimere i propri pensieri certo con “equilibrio”e, aggiungo io, senza “ferire” l’altro, ma con schiettezza sincerita’,
(Segue)onestà e lealtà.
Tu,invece, affermi che un linguaggio “schietto”non solo é “difficile”, talora neppure é “opportuno”e aggiungi che “senza un margine di reticenza sarebbe impossibile vivere insieme”e “che un linguaggio,specchio limpido dei nostri pensieri,ci porterebbe a continue divergenze”.
Io preferisco le divergenze all’opportunismo!
Io appartengo alla generazione precedente alla tua e,da ragazza, ho avuto un parroco (ancora vivente, novantenne)che mi ha insegnato ad essere “schietta”,a dire quello che penso.Potrei citare situazioni concrete che ancora ricordo…
Tornando all’oggi,sono pienamente d’accordo con Papa Francesco che parla di”parresia” ossia “franchezza”nell’esprimersi e etica della verità.
Cordialmente. Lina