Guardarsi in modo diverso…
Inserito il 19 Aprile 2015 alle ore 12:05 da Plinio BorghiGuardarsi in modo diverso è stata la conseguenza più immediata ed evidente della strage di studenti compiuta in Kenya prima di Pasqua. Così racconta don Giacomo Basso su Gente Veneta della settimana scorsa. Da un lato il giovane sacerdote tranquillizza sulla situazione di Ol Moran, l’avamposto della nostra Diocesi in quel Paese e distante dal luogo dell’eccidio. Poi descrive come l’inquietudine sia subentrata ad un clima di fratellanza tra appartenenti a religioni differenti. Il grave episodio, ripreso e stigmatizzato anche dal Papa durante la via Crucis e nei successivi interventi pasquali, ha confermato in modo drammatico, come se ce ne fosse stato bisogno, che le persecuzioni verso i cristiani non sono cose d’altri tempi, anzi, lo stesso Pontefice ribadiva che forse oggi le vittime sono ancor più numerose di allora, con l’aggravante di una barbarie fuori contesto. Figurarsi poi la pace! Assume sempre più la consistenza di una chimera, di un’utopia che non riesce nemmeno a fungere da panacea per le nostre aspirazioni. Quel che è più grave è il rischio che s’inneschi un odio di ritorno che vada a vanificare tutti gli sforzi compiuti finora di realizzare almeno le fondamenta sulle quali costruire, con determinazione e fatica, una situazione di pace destinata a durare e a consolidarsi. È già così difficile e poco spontaneo vincere le avversità personali, razziali, tribali e di censo che ci mancano anche quelle religiose per contribuire alla nostra instabilità. Lo sapeva bene Gesù, che prima di morire si è tanto raccomandato che ci volessimo bene gli uni gli altri come Egli stesso ce ne ha voluto! Lo sapeva anche dopo la sua resurrezione, mentre appariva ai suoi col saluto di “Pace a voi!” (il punto esclamativo non è casuale). E ce l’aveva anche detto che il suo nome sarebbe sempre stato una sorta di provocazione, la quale, come tutte, avrebbe acceso reazioni e persecuzioni. Che noi dobbiamo sopportare umilmente, affermava il Santo Padre la domenica di Pasqua, ma non con codardia: dobbiamo continuare a mostrare i muscoli senza guerre sante, bensì manifestando la forza della Verità nel nostro comportamento, come dice anche Giovanni nella sua lettera di oggi. Se ciò farà andare in bestia qualcuno, pazienza, ma non ci possiamo permettere che sia stato vano il sangue versato dai cristiani trucidati.