Il bisogno di una leadership…
Inserito il 17 Maggio 2015 alle ore 12:09 da Plinio BorghiIl bisogno di una leadership è innegabile e, direi quasi, naturale. Lo sentivamo fin da ragazzini, quando ci organizzavamo in “bande” rionali e guai a non avere un capo banda di indubbio prestigio! Purtroppo anche lì talvolta accadeva come per “I ragazzi della via Paal”, ma questo è un altro discorso. Era presente durante la scuola, sia nelle attività didattiche che in quelle ricreative: la figura di un leader era necessaria per interloquire ed organizzare. La medesima esigenza si è poi imposta nell’ambito del lavoro e del sociale, dove è diventato più difficile scegliere le persone giuste, che fossero carismatiche e rappresentative, doti non sempre facili da mettere insieme. Comunque vige un principio non scritto, ma di buon senso, che impone a qualsiasi livello di dirigenza o di responsabilità di favorire non solo il conseguimento degli obiettivi, ma anche il proprio ricambio. Il peggior leader è quello che, scaduto il suo compito, non abbia saputo creare le condizioni per la continuità e soprattutto per la crescita: lo slogan “muoia Sansone con tutti i Filistei!” ha avuto origini distruttive ed è bene che rimanga circoscritto ai soli fatti che hanno riguardato Sansone. Purtroppo molti dei nostri leader invasati non lo afferrano, anzi, meno competenti sono è più fanno l’opposto, perché temono che altri possano far loro ombra: da qui la discutibilità di molti dei nostri rappresentanti. Altro principio importante è quello di farsi rimpiangere sì, ma non troppo, se è stato fatto salvo il principio precedente. Tutto ciò premesso, è evidente che il nostro Maestro e Salvatore in questo sia stato impeccabile: è stato un leader indiscusso in vita, ha formato una leadership pronta a completare la sua opera dopo che “visivamente” se ne fosse andato, l’ha messa in condizione di non vacillare e di non titubare vincendo addirittura la morte e l’ha consolidata nello Spirito Santo, conferendole altresì ogni potere in suo possesso. Essendo Figlio di Dio ha infine superato se stesso trovando modo di rimanere fra noi anche dopo essersene andato. Come non rimpiangere un siffatto riferimento? I discepoli sono rimasti imbambolati a guardare in alto, finché l’Angelo non li ha scaturiti: non avevano ancora percepito la situazione. A noi, che sappiamo, compete il rispetto per la sua Chiesa, anche se, umanamente, talvolta ci fa rimpiangere Gesù, e possiamo lasciarci andare alla Sua contemplazione senza timore di essere distolti.