Il rapporto intimo…
Inserito il 24 Maggio 2015 alle ore 12:41 da Plinio BorghiIl rapporto intimo di Maria con lo Spirito Santo ha avuto due momenti topici: l’Annunciazione, quando la sua fede e la sua disponibilità le consentirono di concepire il Figlio di Dio, e la Pentecoste, che, lo ricorda sempre il terzultimo dei misteri del Rosario, la colloca nel cenacolo assieme agli apostoli mentre lo Spirito scende su di loro. In questo secondo caso, che segna l’antitesi della Torre di Babele e quindi la nascita di una Chiesa dal linguaggio universale, pure Maria comprende finalmente e appieno il grande disegno dell’Altissimo su di lei, colloca tutti i pezzi del complicato puzzle al posto giusto e riesce a percepire la dimensione del suo ruolo di corredentrice. Potenza dello Spirito Santo! Potenza dei suoi doni e del suo intervento, che la Sequenza odierna esprime in modo magistrale! Mi è molto cara, in una circostanza importante come quella di oggi, l’immagine della Madonna che assume il ruolo di Madre della Chiesa nascente, dopo esserlo divenuta di tutta l’umanità sotto la Croce. Non è una “diminutio”, altrimenti non avrebbe senso che lei, già concepita senza il peccato originale e già in rapporto intimo con lo Spirito Santo, fosse ancora lì per un ulteriore incontro. Evidentemente è facile immaginare che a lei, al contrario degli apostoli e quindi di noi, sia stato riservato di capire tutto quello che c’era da capire e di cui, col tempo, lo Spirito avrebbe reso partecipi pure noi. Afferma Gesù proprio nel vangelo di oggi: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità … e vi annuncerà le cose future”. Pur avendo ancorato la nostra fede a dei dogmi, la ricerca della verità è e resterà sempre un campo aperto (bella pretesa avrebbe avuto Ponzio Pilato quando chiese a Gesù: “Che cos’è la verità?”!) e finché rimarremo su questa terra nessuno potrà mai arrogarsi l’idea di possederla. Quel che conta è di non perdere mai il riferimento di partenza, che è la Pentecoste, dalla quale un tempo, prima della recente riforma liturgica che è seguita al Concilio Vaticano II, si contavano tutte le domeniche successive dell’anno, fino all’Avvento. A conclusione del tempo pasquale un augurio è d’uopo: che la Chiesa dia sempre prova, nelle sue scelte, di essere totalmente ispirata e guidata dallo Spirito, guardando appunto a Maria, che per prima ha dato l’esempio.