Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

L’appetito vien mangiando…

Inserito il 28 Giugno 2015 alle ore 12:07 da Plinio Borghi

L’appetito vien mangiando, recita un vecchio adagio e ognuno di noi sa quanto sia vero, a partire dalla nascita: l’inappetenza dei figli mette subito in allarme i genitori, a volte anche in modo esagerato, perché si tende a standardizzare le quantità e a non tener conto delle diverse esigenze. Perciò curiamo la varietà e la bontà di quanto mettiamo sotto i denti: per stimolare la voglia di mangiare. Se il nutrimento fosse qualcosa di automatico, non occorrerebbe star lì a spignattare e ad arrovellarsi per creare ogni volta qualcosa di gustoso. Quant’è brutto quando viene meno il desiderio del cibo e subentra l’indifferenza o, peggio, il rifiuto! È un campanello d’allarme verso qualcosa di patologico, come lo è l’anoressia. Tanto è vero che anche Gesù (che poi era pure di bocca buona), dopo aver praticamente risuscitato la figlia di Giàiro, dice ai genitori di darle da mangiare, a riprova che era veramente viva e che stava bene. Sembra un richiamo a quello che anch’Egli chiederà per sé agli apostoli increduli, dopo la sua resurrezione, mentre lo guardavano come fosse un fantasma, per dimostrare che era proprio lui in carne ed ossa, che era in piena forma. Ora, se trasferissimo tutto questo ragionamento anche ad altre forme di nutrimento, quello della mente, dello spirito, dell’anima, ci accorgeremmo che il principio non cambia. In tutti questi altri aspetti c’è parimenti bisogno di adeguata alimentazione per creare l’equilibrio necessario al loro sviluppo e al mantenimento dei livelli acquisiti. E pure in tutti questi altri aspetti, se la curiosità, l’impegno e la pratica della fede sono presenti, l’appetito vien mangiando. Di contro, se non provvediamo, per disaffezione o per pigrizia, rischiamo l’inaridimento culturale, l’atrofia spirituale, l’anoressia dell’anima, tutte cose con effetti ben più dirompenti della denutrizione fisica (lungi con ciò dal contraddire il principio del mens sana in corpore sano!). San Paolo stesso, nel mettere in risalto che il principale sostegno della fede è la carità, senza la quale crollerebbe qualsiasi forma di comunione e di convivenza civile e noi risuoneremmo come bronzi vuoti, sottolinea che, in essa, siamo ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo, indicando così in quale direzione troviamo il vero stimolo per la nostra crescita totale e completa.

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