Meno di un pesce rosso
Inserito il 19 Agosto 2015 alle ore 20:22 da Don Gianni AntoniazziNon è uno scherzo dell’estate. Uno studio di Microsoft, colosso dell’informatica, ha dato un esito stupefacente. Dobbiamo tenerne conto soprattutto coi ragazzi.
Un pesce rosso si concentra più a lungo di noi. Non è una scemenza strampalata. A dirlo è la potentissima Microsoft che studia come attirare l’attenzione.
Ha lavorato su un campione di duemila canadesi. In media l’essere umano tiene l’interesse su un concetto per circa 8 secondi. Il pesce rosso per 9. Il fatto più preoccupante è la tendenza. Nel 2000 il tempo di concentrazione medio era di circa 12 secondi e nei decenni precedenti la capacità era di gran lunga superiore. I ragazzi e i bambini di oggi sono iper-dinamici, non perché siano problematici, ma perché figli del nostro tempo. Bisogna precisare: la cosa non è un decadimento negativo della natura umana, ma un’evoluzione, un adattamento. Il nostro ambiente iper-stimolante propone continuamente immagini, suoni, messaggi, notizie e incontri. Tutto è fatto per attirare attenzione e il cervello ha imparato a fare più cose nello stesso momento, mentre ha smesso di seguirne una in modo stabile.
Certo, esistono diversi tipi di attenzione. Altro è l’impegno per la meditazione yoga, altro è guardare un cartone della Disney dove la proposta è più dinamica e più vicina alle nostre esigenze.
Per la nostra salute mentale Microsoft raccomanda di non controllare di continuo i vari dispositivi che abbiamo. Ce la faremo? Da parte sua la parrocchia dovrà tenerne conto con le nuove generazioni. Occorre uno stile più snello, dinamico, dove il linguaggio sia fatto di esempi, storie, episodi di vita concreta, con un ritmo vivace. Anche la predica dovrà essere più breve, gli incontri di catechesi più vari. Alla Messa del fanciullo sarà il caso di rinunciare ad una lettura: la Cei lo prevede da anni.
don Gianni