La reciprocità nell’amore…
Inserito il 1 Novembre 2015 alle ore 11:55 da Plinio BorghiLa reciprocità nell’amore è il fondamento di ogni rapporto, di qualsiasi natura lo si voglia intendere. Un sentimento a senso unico è destinato ad inaridirsi e solo dal riscontro nasce l’unione e la comunione. Se io continuassi ad abbeverare un giardino e questo, a causa dell’abnorme permeabilità del terreno, rimanesse del tutto arido, un bel momento smetterei di sprecare acqua. Intendiamoci, reciprocità non è sinonimo di contemporaneità: spesso l’input è unidirezionale, per cui alla base c’è una gratuità nell’azione, la quale, non appena produce effetto, provoca (o dovrebbe provocare) nell’oggetto d’amore il processo di contraccambio. Ne è l’esempio più acconcio il fenomeno naturale per eccellenza che è la filiazione: sono i genitori che fin dal concepimento riversano tutto il bene possibile nella creatura che da loro nascerà e questa, una volta formata, li ricambierà vita natural durante (si spera). La stessa cosa è avvenuta con la Creazione: Dio, amore infinito, ha amato tutta la sua opera e sopra tutto l’uomo, che ha voluto a sua immagine e al quale l’ha affidata. L’obbligo che riassume ogni nostro dovere è quello di ricambiare Dio amandolo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima. C’è un particolare: dov’è questo Dio che non vediamo? Come possiamo amarlo? È in noi e quindi in ogni altro essere come noi. Detto obbligo (comandamento) allora si traduce in “ama il prossimo tuo come te stesso”. Su questa base è misurato il nostro contraccambio. È il messaggio che ci sarebbe arrivato dal vangelo di Marco in lettura in questa XXXI domenica del tempo ordinario, se non fosse coincisa con la festa di tutti i Santi. Questa sovrapposizione, tuttavia, cade in linea col concetto espresso: stiamo festeggiando (e domani pregando per) tutti coloro che hanno percepito l’Amore di cui sono stati gratificati, l’hanno corrisposto nel modo corretto, e cioè facendo del bene al prossimo e rispettando il creato, perciò sono stati annoverati fra i giusti che sono nelle mani del Signore. Fra essi ci sono anche i nostri cari, con i quali continua lo scambio di amore e di affetto che abbiamo avuto in vita e che prevede: da parte nostra la supplica per la salvezza delle loro anime e da parte loro l’intercessione perché il Padre conceda anche a noi la perseveranza finale. Questa “Comunione dei Santi”, che noi professiamo ogni volta nel Credo, è la sintesi più bella della reciprocità dell’amore di cui si parlava.