Legati alla terza giovinezza
Inserito il 18 Novembre 2015 alle ore 16:11 da Don Gianni AntoniazziForse la vita sarebbe più felice se, nati con l’età di ottant’anni, gradualmente ci avvicinassimo ai venti. Ma non è così. Anzi: l’anzianità porta con sé una ricchezza che non si può perdere
Carpenedo non è un’isola di gioventù. Stando alla visita delle famiglie, in questa parrocchia abbiamo 994 persone sopra i 75 anni, 364 (circa) delle quali vivono sole. Dobbiamo legarci di più a questi amici che dimostrano vitalità, simpatia, ricchezza umana e saggezza.
Molti sono nonni a tempo pieno, ma non è giusto limitarsi a chiedere loro tempo ed energie. Hanno bisogno di un amore sincero, di sentirsi parte viva e stimata in una comunità, vedersi oggetto di attenzione e considerazione, in particolare da parte dei giovani. I loro ideali di vita hanno permesso la nostra crescita. La loro presenza continua a sostenere la società a più livelli. Al loro fianco possiamo crescere nella saggezza, nella fede e trovare un sostegno per affrontare le prove con speranza. Soffrono di solitudine come tutti e, come tutti, provano angoscia e amarezza. Non sempre godono di salute stabile, ma sono molto più costanti di tanti energumeni che in una notte di follia buttano il benessere nel cestino.
Dio tesse la storia e in ogni fase della vita ha messo delle opportunità. Chi ha più anni va mantenuto al centro perché indichi la strada della comunione, del servizio e diventi motore umano e cristiano del territorio.
Nella parrocchia non basterà creare un “gruppo specializzato” per gli anziani. Non è accettabile una delega a pochi volenterosi. Il consumismo per anni ha messo da parte chi non produce beni. Se cambiamo visione possiamo apprezzare la ricchezza di questi nostri amici, che spesso vivono una rinnovata giovinezza, pur negli anni che passano.
don Gianni