Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

L’ostentazione…

Inserito il 8 Novembre 2015 alle ore 12:05 da Plinio Borghi

L’ostentazione è un altro di quei difetti che siamo portati a notare spesso nell’altro, ma che non manca mai in ognuno di noi, pur in misura differenziata. Le immagini più comuni cui ricorriamo per esemplificare il concetto sono quelle del pescatore o del cercatore di funghi, che già in partenza tendono ad enfatizzare il risultato, che se poi è conseguito sul serio, allora apriti cielo! Foto in tutte le posizioni da esibire agli amici, quand’anche non pubblicate a mezzo stampa. Sono esempi per eccesso, ma la gamma intermedia si arricchisce di intenditori in ogni campo, di guidatori provetti, di atleti improvvisati (talvolta vittime di qualche incidente per eccesso di zelo), di protagonisti di imprese straordinarie (un conoscente era aduso raccontare che nuotava abitualmente con i delfini), di viaggiatori straordinari (dopo un paio di viaggi ne parlano come se avessero visto il mondo intero!), ecc. Il quadro si arricchisce dei millantatori e di quelli che ci tengono a passare per gente da soldi anche se non ne hanno o, di contro, di coloro che ne hanno, ma si fingono poveri per eludere il fisco ovvero ottenere benefici che non spettano: qui si rasenta addirittura la meschinità. Oh, sono miriadi le sfaccettature che ben sappiamo, una delle quali ci riguarda da vicino: l’elemosina in generale e quella in chiesa in particolare. Un paio di settimane fa, visitando un castello, arredato con pezzi d’epoca recuperati, la guida ci indicò una serie di piatti di bronzo medievali detti elemosinari, usati appunto durante le messe per avvertire il peso delle monete che vi cadevano. Ebbene, proprio oggi nel vangelo Gesù condanna sostanzialmente ogni forma di ostentazione ed esalta invece la qualità di essere sé stessi. Lo fa proprio cogliendo dalla vita ordinaria nel tempio la scena di chi faceva cadere rumorosamente le offerte e della vedova che si è privata delle due uniche monetine che possedeva. Sottolinea come ella abbia offerto molto più degli altri, perché ha dato il necessario al suo sostentamento, mentre per questi ultimi era solo il superfluo. Certo, per far tornare i conti serve più il superfluo degli uni che il necessario dell’altra, ma lo scopo dell’insegnamento va oltre: si agisca in silenzio; la destra non sappia quel che fa la sinistra; non si faccia per tornaconto o prestigio, né per esibizione, altrimenti avremo già ricevuto quaggiù la nostra ricompensa. E quando ci presenteremo lassù per riscuotere, ci verrà sbattuta la porta in faccia.

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