La novena di Natale…
Inserito il 20 Dicembre 2015 alle ore 12:18 da Plinio BorghiLa novena di Natale è il periodo clou nel quale l’ansia dell’attesa diventa più palpabile e la stessa liturgia contribuisce notevolmente a renderla tale. Per fortuna la riforma introdotta con il Concilio Vaticano II non ha intaccato sostanzialmente questa pratica, anche se, almeno per quelli della mia età, l’aver attenuato l’uso delle vecchie formule latine le ha tolto un po’ di suggestività. L’incalzare dell’invitatorio “Regem venturum Dominum, venite ad oremus” è foriero di un’aspettativa che via via si trasforma in certezza, specie quando all’ultimo giorno si aggiunge alla fine il “Crastina die delebitur iniquitas terrae et regnabit super nos Salvator mundi” (già domani saranno cancellate le iniquità di questa terra e su di noi regnerà il Salvatore del mondo) e il “Prope est iam Dominus (il Signore è ormai qui), venite ad oremus”. Il Polisalmo che segue è un tripudio di gioia, che sfocia poi in un inno che è pura poesia. Le antifone maggiori completano in un crescendo di invocazioni giorno dopo giorno questo rito speciale, che si conclude col “Magnificat”, il canto in cui l’evangelista Luca fa prorompere Maria nel corso dell’incontro con la cugina Elisabetta, riportato proprio oggi nella terza lettura della S. Messa. E’ una prassi, quella della novena, che trae origine dai nove giorni trascorsi in preghiera nel cenacolo dagli Apostoli, assieme alla Madonna, dopo che Gesù è salito al cielo, in attesa di accogliere, il decimo giorno, lo Spirito Santo. La liturgia la prevede ancora in occasione delle feste più significative, come quella dell’Immacolata appena trascorsa, ma la pietà popolare ne fa largo uso nelle più disparate circostanze, sia in forma pubblica che privata: ognuno di noi può sostenere una richiesta di grazia particolare attraverso una novena di preghiere. Certo, quella del Natale si colloca in un clima del tutto speciale e non ho dubbi che sia quella vissuta più intensamente. Probabilmente, col tempo, è venuta un po’ scemando quella presenza consistente che noi eravamo abituati a riscontrare una volta (io ricordo che da piccolo mia mamma non ce ne faceva perdere un giorno!), ma non sarebbe male tentare almeno un approccio, prima del grande evento. Se sarà vissuto con lo spirito giusto, sono convinto che non rimarrà isolato e allora ci verrà da vivere in modo più pregnante l’arrivo del Natale.