Nato sotto una cattiva stella
Inserito il 10 Dicembre 2015 alle ore 15:04 da Don Gianni AntoniazziL’8 dicembre a San Pietro è stata aperta la Porta Santa in un clima blindato. Per entrare in piazza si attraversava ogni tipo di controllo: sembrava di stare a Gerusalemme con le peggiori minacce
Papa Francesco aveva indetto il Giubileo della Misericordia diversi mesi fa, in un clima di festa e di speranza. Già durante il Concilio, Giovanni XXIII aveva insistito che “bisogna usare la medicina della misericordia, piuttosto che imbracciare le armi del rigore”. A dispetto di tanta serenità, l’8 dicembre il Giubileo della Misericordia è stato circondato da un cordone spaventoso di terrore e inquietudine.
Certo, in piazza non sono mancati i fedeli e i discepoli di Cristo hanno celebrato la festa ovunque. Ma quale differenza fra questo clima e la gioia che dovremmo manifestare di fronte alla misericordia di Dio! In Africa, per esempio, una settimana fa, la gente ha cantato, gioito e gridato di esultanza. Qui ci guardiamo intorno per capire da dove viene la minaccia.
Sembra di rivivere l’atmosfera della nascita di Gesù. A Betlemme la luce ha brillato nelle tenebre. Qui la Misericordia è circondata dai segni della rabbia. Perché questo è l’apparato di sicurezza: una continua memoria dei conflitti dell’uomo. Ma come è avvenuto per Gesù, così sarà adesso: la grazia di Dio vince ogni fragilità dell’uomo. Il giubileo avrà la sua accoglienza: non c’è dubbio.
Vien da dire che per fortuna c’è il giubileo diocesano. A San Marco si apre proprio in questa domenica 13 dicembre. Ma anche nel nostro caso non mancano le misure di sicurezza, che fanno ben più notizia della gioia espressa dai fedeli.
Vi invito a non lasciarci condizionare da questa cattiva stella. Noi, che siamo molto più defilati rispetto a questi eventi mondiali, abbiamo la possibilità di vivere con gioia l’Anno Santo. In chiesa c’è sempre il sacerdote per le confessioni. C’è il desiderio di creare un clima più fraterno e sereno. C’è la voglia di imparare a riconciliarsi. Dipende solo da noi.
don Gianni