Fratelli e compagni
Inserito il 6 Aprile 2016 alle ore 14:59 da Don Gianni AntoniazziNon basta una casa accogliente e una pancia piena. Abbiamo un’esigenza più profonda ancora: dare senso alla vita e condividerla con i compagni di cammino
Nell’ambiente del Vangelo c’è una parola pasquale che forse è caduta in disuso: “Compagni”. Non soltanto fratelli e amici; compagni deriva dal latino “cum-panis” e accomuna coloro che mangiano lo “stesso pane”. Lo sono i due di Emmaus e coloro che celebrano l’Eucaristia pasquale. Il termine ricorda che si vive appieno solo quando si condivide. Primo Levi scriveva che «da quando abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistenza e sonnecchiamo davanti alla tv». L’individualismo moderno è andato anche oltre: restiamo chiusi in Internet anche quando abbiamo gente intorno. Per molti sono tornate di moda le parole di Plauto: “Homo homini lupus” (l’uomo è un lupo per l’uomo) e quelle attribuite a Cicerone: “Senatores boni viri, Senatus mala bestia” (i senatori sono dei bravi uomini, il Senato, preso insieme, è una bestia cattiva). I compagni di cammino sembrano talora una minaccia. Tuttavia “non di solo pane vive l’uomo”. Non è sufficiente risolvere i problemi di sopravvivenza. Per diventare quello che siamo occorre un cammino insieme. La pena quotidiana non sta solo nel camminare senza meta, ma più ancora nel non avere alcun compagno di cammino.
don Gianni