Essere isole non conviene
Inserito il 30 Giugno 2016 alle ore 08:16 da Don Gianni AntoniazziIl Regno “poco” Unito si isola dalla vita, dalla mentalità e dai problemi dell’Europa. Sono logiche che appartengono anche alla nostra tradizione veneziana?
Lo sappiamo tutti: il Regno Unito ora fa per conto suo. Sulla strada della politica guiderà in modo diverso dall’Europa. Dovrà fare i conti con le divisioni interne di chi vuole ulteriori indipendenze. Dovrà tenere uniti i giovani aperti al pianeta e i pensionati, che, per paura, chiuderanno il cancello del giardino.
Chi ha vissuto per tanti anni in isola, riconosce che questi pensieri sono classici per la gente circondata dall’acqua: gli altri diventano incivili, campagnoli e arretrati, un problema, una minaccia.
Ogni comunità forte, anche cristiana, rischia la stessa chiusura. I gruppi, però, vivono finché nel loro DNA resta uno sguardo aperto a tutti. Quando i gruppi cristiani, i movimenti e le associazioni non accettano lo Spirito di unità, quando rinunciano alla Parola e all’Eucaristia, legame con Dio e coi fratelli, allora diventano tralci secchi, separati dalla vite, smettono di far frutto.
Tutto il mondo capisce l’importanza di camminare insieme. Un proverbio del Kenya recita: “i bastoni in un fascio sono infrangibili”; nel Burkina Faso invece si dice: “se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante”. Un fiocco di neve è fragile, ma che cosa fanno i fiocchi quando si attaccano insieme? (anonimo). L’isolamento è sempre fonte di grande povertà.
don Gianni