Saper ascoltare!
Inserito il 17 Luglio 2016 alle ore 11:55 da Plinio BorghiSaper ascoltare! Fosse semplice! Tendenzialmente ci piace tanto parlare e farci sentire: l’esempio tipico è il crescere del brusio nei conviti, fino a trasformarsi in un vociare assordante al punto da non capirsi più tra vicini senza gridare. Noi veneziani, poi, abituati forse a parlarci da barca a barca, facciamo altrettanto da un capo all’altro del tavolo, magari con l’intento che le nostre battute siano ben udite da tutti i commensali intermedi e se possibile anche da quelli dei tavoli limitrofi. Non soffermiamoci poi sui dibattiti da osteria su qualsiasi argomento, perché il florilegio di riferimenti sarebbe inesauribile. Ascoltare, quindi, non è così facile come sembra, altrimenti non ci sarebbe bisogno di tanti corsi di addestramento per accedere come operatori ai Centri d’ascolto, a Telefono amico o quant’altro di affine. Sul piano della capacità è senza dubbio una meta che si raggiunge con la dovuta formazione. A sua volta è un punto di partenza essenziale per dare spessore al rapporto con gli altri, Gesù compreso. Sì, proprio oggi il nostro Maestro ci dà una lezione in tal senso, rispondendo a Marta che si lagnava perché la sorella Maria non le dava una mano a sbrigare le faccende, ma si limitava a star lì ad ascoltarlo: “Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”. Non è che Gesù abbia snobbato tutto il resto, compresa l’ospitalità che Marta si apprestava a rendergli. Ha invece voluto sottolineare l’importanza dell’ascolto e, se l’ha fatto, vuol dire che poi così tanto scontato non è, come si diceva. Mi ricordo un particolare che ci è stato fatto notare ad Ars, durante il pellegrinaggio parrocchiale in Francia. Il Santo Curato, con tutto quello che aveva da fare, passava ore davanti al Tabernacolo. Gli fu chiesto per che cosa o per chi pregasse così tanto ed egli rispose che si limitava ad ascoltare: lui guardava e Gesù gli parlava. Sublime! Abbiamo riflettuto su quante volte anche il nostro prossimo non abbia bisogno di tante parole, ma solo di essere ascoltato? Abbiamo mai provato a capire i bisogni degli altri, senza che questi proferiscano verbo? Sono arciconvinto che per la compenetrazione serva più l’ascolto che ogni altro atteggiamento. Certo, non tolgo alcunché alla valenza del dialogo, utile in tutti i rapporti, specie quelli di coppia, come ho già detto una volta su “L’Incontro”, ma anche in esso la parte più efficace è e rimane la capacità di ascoltare. Chi non ci crede, ha l’opportunità di provarci.