Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

“El mondo xe dei furbi!”

Inserito il 18 Settembre 2016 alle ore 11:49 da Plinio Borghi

“El mondo xe dei furbi!”, ammiccò il conducente della piccola utilitaria al proprietario di un grosso SUV, al quale aveva appena sottratto l’unico posto disponibile, a ridosso del muro delle suore, nel parcheggio nell’area del mercato di Mestre mentre questi era impegnato a far manovra per potervisi inserire. Il buggerato non fece una grinza. Fece il giro del piazzale, si ripresentò di muso, accelerò e schiacciò la modesta autovettura addosso al muro, facendone polpetta davanti agli occhi esterrefatti del provocatore. Poi, con nonchalance, scese e, consegnandogli un biglietto da visita, rispose: “El mondo xe de chi che ga schei!”. Squallido, ma variamente significativo del modo con il quale investiamo il nostro potenziale umano nelle cose più meschine di questo mondo. Evidentemente indefettibili da sempre, se anche il vangelo di oggi (ma direi tutta la liturgia) è impostato su questo dualismo: il potere e la ricchezza da una parte, con il modo per usarla correttamente, e la furbizia dall’altra, diretta a essere impiegata in modo disonesto verso chi riteniamo avversario solo perché ha più di noi. Due estremi che possono arrivare anche al reciproco apprezzamento, quando Gesù riferisce che il padrone lodò l’amministratore infedele perché aveva agito con scaltrezza, al fine di garantirsi un minimo di futuro dopo il licenziamento. Tuttavia entrambi sono destinati ad elidersi, se non modificano il tiro: l’uno usando le proprie risorse con più attenzione verso il povero (v/ anche I lettura), calpestato per ansia di arricchimento personale; l’altro affinando la propria scaltrezza per fini onesti e per rendersi più affidabile davanti agli uomini e di conseguenza davanti a Dio. “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto”, continua il vangelo, ma avverte: “Nessun servo può servire a due padroni … Non potete servire a Dio e a mammona”. Vale per tutti e San Paolo, nella seconda lettura, raccomanda proprio di pregare per tutti gli uomini, per i re e per quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, con pietà e dignità. Di una finezza unica, che tende ad evitare ire e contese inutili, come dirà subito dopo, sostenendo che Dio vuole che tutti si salvino. Basta allora perdere il tempo a piantare paletti solo per rivalsa e agiamo invece di concerto, ciascuno nel proprio ruolo, per perseguire una tranquilla e proficua convivenza, utile a camminare assieme verso l’obiettivo comune: la Verità.

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