Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il desiderio di farsi stanare…

Inserito il 30 Ottobre 2016 alle ore 10:41 da Plinio Borghi

Il desiderio di farsi stanare c’è un po’ in ognuno di noi, in particolare se siamo coscienti dei nostri limiti, se siamo talmente impastoiati del nostro mero quotidiano da aver voglia di elevarci senza tuttavia averne la forza, se presi dal vortice della routine non sappiamo a chi aggrapparci per sottrarci alla nostra ignavia. In poche parole siamo consapevoli di essere peccatori e non sentiamo, come il figliol prodigo, l’impulso di alzarci e tornare al Padre. Sappiamo che Egli è misericordioso e non vede l’ora di perdonarci, ma abbiamo bisogno che ci tenda la mano. Penso sia questo lo stato in cui si trovava lo Zaccheo che il vangelo ci descrive: è capo dei pubblicani, quelli che riscuotono le tasse in modo vessatorio, ed è pieno di soldi; sente parlare di Gesù e si presume anche della parola che dispensa. Si scopre improvvisamente piccolo anche moralmente, oltre che di statura; è come il povero cui la vergogna e la ritrosia impediscono di chiedere assistenza. Quindi si acquatta sul sicomoro e sbircia il Maestro che viene. Scommetto che se Gesù non l’avesse visto avrebbe finto di cadere, pur di farsi notare! Tanto è vero che, appena lo chiamò con l’intento di fermarsi a casa sua, “in fretta scese e lo accolse pieno di gioia”. La mano tesa e tanto agognata era arrivata! Non solo, ma resosi conto della salvezza che in quel momento era a portata di mano, diede una svolta alla sua vita alienando tutte le sue ricchezze a fin di bene e di riparazione. È evidente che la Parola del Figlio dell’uomo era molto più appagante del benessere. Allora, se ci rendiamo conto che il Signore “non guarda ai peccati degli uomini, in vista del pentimento”, come dice la prima lettura dal libro della Sapienza, ed è ansioso di perdonarci, perché indugiare tanto a corrergli incontro? Perché non prendere atto che siamo noi, piccoli e poveri, i destinatari del lieto annuncio, come recita il canto al Vangelo di oggi? Leggo spesso e volentieri le testimonianze di coloro che ritrovano la strada dopo periodi di sbandamento e colgo in essi un entusiasmo contagioso. Com’è brutto non averne parimenti voglia! Fin da piccolo mi hanno sempre insegnato a non farsi sfuggire il momento in cui il Signore passa e chiama: potrebbe accadere che non si presenti un’altra occasione. Il nostro Zaccheo l’ha fatto. Non facciamoci cogliere impreparati o tentare di rimediare quando è ormai troppo tardi. Vale anche per noi il motto “Carpe diem!”, cogli l’attimo!

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