Lei non sa chi sono io!
Inserito il 23 Ottobre 2016 alle ore 10:11 da Plinio BorghiLei non sa chi sono io! È una delle frasi più fastidiose che un personaggio, specie se davvero importante, possa pronunciare e ancor peggio se intende farsi del torto una ragione. Di solito poi sortisce l’effetto contrario: se è rivolta ad una persona corretta, la indispone; se ad un elemento maleducato e prepotente, non cambia un net, acqua fresca. Oggi come oggi è caduta quasi in disuso, vuoi per il superamento delle differenze culturali e sociali, vuoi per il ridimensionamento dell’importanza che si dava alle posizioni di privilegio. Ciò non toglie che, in realtà, non siano ancora fatte pesare in varie forme, magari più in campo burocratico che politico e a scapito dei malcapitati che non hanno né l’intraprendenza né i mezzi per sottrarsi al trattamento da sudditi loro imposto. Finché il tutto si mantiene nell’ambito delle nostre miserie umane, pazienza. Il fatto è che certi personaggi si rapportano con il medesimo sussiego anche nei confronti di Dio e della propria coscienza, fino al punto di opporre un moto di meraviglia unita ad un senso di orrore se qualcuno si permette di richiamare la loro nullità. È la storia del fariseo e del pubblicano, riportata dal vangelo di oggi, che si ripete. Nulla è cambiato, anzi, possiamo dire che oggi si è vieppiù aggravata perché i farisei hanno una diffusione maggiore dei pubblicani. Proprio nell’anno della Misericordia il Papa continua a ricordarci quanto infinita è quella di Dio, ma sempre nei confronti dei pubblicani, dei peccatori, di chi si riconosce pieno di manchevolezze e difetti. Ma come può essere misericordioso il Padre verso chi si sente a posto e gli si rivolge a testa alta? Come potrà essere indulgente con chi guarda gli altri con disprezzo, sentendosi il migliore? Attenti che stavolta possiamo scivolare tutti in tale posizione, noi praticanti criticando i “lontani” e questi a loro volta additando le contraddizioni dei “bacia banchi” e sentendosi più a posto di quanti vanno in chiesa. A volte è anche vero, ma a nessuno vengono per questo applicati bollini in più sul carnet, né agli uni né agli altri e per entrambi non ci saranno giustificazioni. Nel canto al Vangelo ricordiamo che il Signore ha rivelato ai piccoli il mistero del regno dei cieli e in altra circostanza Gesù dice che se non diventiamo come i bambini (spontanei, genuini) non entreremo mai. Allora conta di più prendere atto delle nostre debolezze, con dignità, ben sapendo che “chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.