Tribus miraculis
Inserito il 8 Gennaio 2017 alle ore 12:05 da Plinio BorghiTribus miraculis: è l’incipit dell’antifona al Magnificat che un tempo si cantava oggi, antifona che riassume i tre (tribus) momenti della rivelazione, quello celebrato venerdì (l’Epifania), il Battesimo di Gesù, appunto, e le nozze di Cana, quando il Messia è “costretto” a compiere il primo miracolo. Sono come i botti finali che concludono i fuochi d’artificio: sostanzialmente li si sente soltanto, ma nemmeno un cieco dubita di quello che è avvenuto poco prima. Mi si perdoni l’accostamento improprio, ma è quello che m’è venuto più di getto pensando al fantasmagorico ingresso di luce che la nascita del Salvatore ha provocato, luce che ha squarciato il buio delle tenebre, le quali non hanno potuto soffocarla. Una luce che s’è fiondata nel grigiore della Storia stravolgendola, una luce che è venuta a portare una risposta ad un’attesa fin troppo lunga, esaudendola alla grande: nientemeno che attraverso Dio stesso fra noi, l’Emmanuele. Una luce che non è arrivata di nascosto, anzi, ha fatto parecchio rumore, a partire dai pastori scossi dall’annuncio dell’Angelo, poi dai Magi, scesi alla sua ricerca dal lontano Oriente, quindi con un Erode, infuriato quanto scomposto, che ha provocato una strage di innocenti, pur di ostacolare quell’esplosione che l’avrebbe spiazzato, reso ridicolo e strappato dalle sue prospettive di protagonismo. Tutti aspetti che nei secoli a seguire si sarebbero ripetuti in forme diverse, attraverso i soprusi, le persecuzioni, gli esilî analoghi a quelli della Santa Famiglia (quante volte l’abbiamo allontanata dal nostro cuore ed elusa nei nostri riferimenti!). E l’impatto continua. La settimana scorsa il Papa ha affermato che i martiri per la fede sono oggi ancor più numerosi di duemila anni fa e il clima di paura innestato anche in questo periodo dai terroristi sedicenti islamici conferma quanto fastidio dia ancora questa luce provocante. Le manifestazioni continueranno con la Presentazione di Gesù al Tempio, l’annuncio del Regno e le opere del Maestro. Qualcuno ha pensato che tutto sarebbe stato sepolto con la morte in croce del Fautore, ma è stato platealmente confutato dalla Resurrezione, allora come ora. Fare gli orecchi da mercante o i negazionisti, soprattutto quando queste feste ci hanno chiamato alla realtà, sarebbe da suicidi. Approfittiamone invece per goderci il privilegio che ci è stato concesso, facciamo spazio a questa luce e non permettiamo che le tenebre abbiano la meglio!