La saga della superficialità…
Inserito il 26 Febbraio 2017 alle ore 11:36 da Plinio BorghiLa saga della superficialità sembra essere la caratteristica principale della nostra società. Finché si tratta di far talora più attenzione alla salute del corpo che a quella dello spirito, passi. Senza scomodare l’altisonante “Mens sana in corpore sano” di latina memoria, diciamo che è un preciso dovere morale aver cura del proprio corpo; per noi credenti vieppiù in quanto tempio dello Spirito di Dio, come dicevo domenica scorsa citando Paolo. Quando però questa cura si proietta nell’esaltazione della fisicità e della bellezza esteriore, nella ricerca della sua perfezione, nell’apparenza, nell’abbigliamento raffinato e sofisticato, fino a monopolizzare tutte le nostre risorse e a trascurare la vera ragione della nostra esistenza, cioè la crescita interiore, la deriva è assicurata. Deriva che poi si traduce anche in campo lavorativo e sociale, dove si tenderà a dare credibilità più al palestrato che “si presenta bene” che a colui che abbia una buona preparazione e una capacità operativa di un certo spessore. Tutto questo viene poi sublimato dalla politica e qui rasentiamo il dramma, non bastasse il potere a scadere troppo spesso nel ruolo di fine anziché di mezzo: conta di più il posto di prestigio, il populismo ripaga di più di quel che si fa e di conseguenza pesano il pacchetto di voti gestiti (anche se ottenuto da gente imbesuita), lo spazio che si conquista, le sedie che si occupano e così via. Il tutto a costo di mentire spudoratamente, ben sapendo di farlo, e brandendo i principi più per questione d’effetto che per fede nel loro valore. Il guaio è che certe tendenze attecchiscono anche nella Chiesa, malgrado gli sforzi del Papa a dissuadere monsignori e alti prelati dall’abbigliarsi come tante Barbie e dal muoversi ingessati e a spingerli invece a curarsi di riportare la Chiesa in trincea, impregnandosi, come veri pastori, dell’odore delle proprie pecore. Per fortuna non smette di venirci in soccorso il nostro caro, vecchio e imperituro Vangelo, che proprio oggi condanna tutte queste fregole e agitazioni per cose di poco conto (il domani), invita a confidare nel Padre che salvaguarda ogni cosa del creato, dall’uccellino che non semina e non miete e cui tuttavia non manca cibo, al giglio del campo vestito in modo inimitabile. Se è così per loro, non lo farà a maggior ragione per noi? Allora occupiamoci di arricchire il contenuto del nostro corpo più che di vestire il contenitore, perché solo quello peserà per la conquista dell’unico Regno che vale.