Lettera aperta del 12 febbraio 2017
Inserito il 8 Febbraio 2017 alle ore 21:26 da Redazione CarpinetumAbbiamo inserito nel sito lettera aperta del 12/2/2017. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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L’esempio fa girare il mondo. Non tutti sono d’accordo e taluni fingono di non esserlo. Anzi, se domandi in giro che cosa fa girare il mondo i più ti rispondono i soldi, il sesso, il potere e accompagnano la risposta con un atteggiamento tra il saccente e il supponente che sottintende “te lo dico io!”. In realtà sono i soliti tre dèmoni alle cui tentazioni siamo più propensi a cedere, ma la verità più generale è che a far pendere l’ago della bilancia è l’esempio, sia esso positivo che negativo. Quand’ero ragazzino i miei educatori insistevano nell’insegnarmi che per trascinare gli altri dovevo dare il buon esempio. Divenuto genitore, dalle stesse fonti arrivava il messaggio che non avrei potuto pretendere nulla dai figli se non davo prova di attuare per primo nel mio comportamento ciò che insegnavo loro. A dirla tutta, il medesimo discorso varrebbe per governanti e governati, specie in questi momenti di crisi: inutile pretendere sacrifici dai cittadini se la “casta” non inizia a dare il buon esempio rinunciando a benefici riservati e a privilegi! Sappiamo tutti che non è con le rinunce di pochi che risolviamo i grandi problemi, ma anche quelle aiutano a giustificare il piccolo apporto dei molti. Ė la solita malattia del predicare bene e razzolare male, della quale non riusciamo a liberarci e il contagio non risparmiava nemmeno i sacerdoti del tempo del Messia, se Egli ha trovato modo di scagliarsi contro di loro perché imponevano alla gente lacci e pesi che essi stessi non avrebbero saputo sopportare. Lo stesso Gesù che oggi ci ricorda che noi (cristiani) siamo la luce del mondo e che nessuna luce, se vuole svolgere il suo ruolo, va messa sotto il tavolo. Aggiunge che siamo il sale della terra e che, se perdiamo il sapore, non serviamo più a nulla, se non a essere calpestati. Ed è quello che faranno i migranti, se li accoglieremo con debolezza e disorientamento. Prevarranno, trascinati dal cattivo esempio delle nostre divisioni, delle nostre contraddizioni, delle meschine strumentalizzazioni politiche, anche nei loro confronti. Qui è la prima lettura, da Isaia, che ci da le dritte per essere luce e sale: “Spezza il pane con l’affamato, introduci in casa i miseri, senza tetto, vesti chi è nudo..” e attenzione al seguito, che è importante per l’equilibrio dell’azione, “..senza distogliere gli occhi dalla tua gente”. Ecco l’esempio che fa girare e ci mette tutti in riga e sullo stesso piano. Ė ancora Isaia a tirare le conclusioni: “Allora brillerà fra le tenebre la tua luce”. Altro che “te lo dico io”!
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In Tibet la malattia è ritenuta un do-no di saggezza: essa distingue le realtà sostanziali dalle falsità, perché quando bussa non c’è spazio per maschere e ipocrisia. Per noi invece il dolore è una croce che aumenta anche la solitudine, visto che nessuno può sostituirsi a chi sta male. Diventa preziosa dunque la celebre preghiera: “Resta con noi perché si fa sera”. Gli altri vanno, ciascuno per la propria strada, mentre Dio, nella sofferenza, viene e cena con noi. Gesù ha sempre amato la gente in difficoltà: ha compiuto miracoli, ha mostrato compassione, ha superato i tabù antichi. Anche oggi la parrocchia desidera essere vicina ai malati, visitarli e offrire una parola di speranza. Speriamo di essere all’altezza di questo dono.
don Gianni