Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Non c’è verso: la sete è sete…

Inserito il 19 Marzo 2017 alle ore 10:16 da Plinio Borghi

Non c’è verso: la sete è sete. Ed è inevitabile di non poter pensare ad altro, se non a come calmarla. Chi di noi non ha provato a soffrirne un po’? Magari in automobile costretti ad una coda estenuante sotto il sole (quando non c’era l’aria condizionata) o durante una passeggiata in montagna dopo aver faticato e sudato e via dicendo: è il secondo dei bisogni urgenti e ineludibili (il primo sappiamo tutti qual è!). E quando riesci finalmente a sedarla, tutto ti appare in una dimensione diversa, ogni cosa riprende il suo posto nell’ordine delle priorità. Però non esiste solo la sete fisica: come si è più volte ribadito, l’uomo deve attendere alle necessità del corpo e dello spirito e quindi abbeverare l’uno e l’altro. A conferma, si è anche detto che è la curiosità a tenerci vivi e pertanto, di contro, senza detto stimolo la vita si ridurrebbe allo stato vegetale. È quella che ci introduce alla conoscenza e allarga la nostra ottica mentale, culturale, spirituale, ecc., tutte cose indispensabili ad abbeverare lo spirito. Guardiamo ora cosa succede a Gesù oggi: anch’egli ha sete, ovvio, e si avvicina al pozzo, senza disdegnare, coerentemente con la sua predicazione, il contatto con la Samaritana che vi giunge per attingere. In lei scatta subito la curiosità: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me..?”. Nel Maestro la sete fisica è soppiantata da un altro meccanismo più impellente: trasformare quella donna, provata dalla sua esistenza disordinata, in profeta, in testimone. L’evangelista non riferisce più se sia avvenuto o no lo scambio dell’acqua materiale, bensì emerge, nel crescendo del dialogo, la scoperta di “un’altra acqua”, quella che ti fa passare ben altra sete e una volta per tutte. Nella Samaritana cresce la voglia di abbeverarsene e riconosce il Messia, lo riconosce fonte viva ed avviene la trasformazione: corre a raccontare ai conterranei e a rendere testimonianza. Tutti, mossi dal desiderio che la lunga attesa aveva alimentato, superano il divario fra Giudei e Samaritani e riconoscono in Gesù il Salvatore. Bella la conclusione nelle parole da essi rivolte alla donna: “Non è per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”. Da allora, la sorgente inesauribile continua a sgorgare e chi vi si approccia calma l’arsura dell’anima. Se avete qualche dubbio, approfittate di questo tempo giusto per provare e poi mi saprete dire se non è così.

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