Se siamo bravi cristiani…
Inserito il 16 Aprile 2017 alle ore 08:32 da Plinio BorghiSe siamo bravi cristiani, la Pasqua di resurrezione non va vissuta come un rito tradizionale, ma come una reale attualizzazione della resurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo, morto in croce. Se siamo bravi cristiani, allora, il primo atto concreto è quello di trasformarci tutti in colombe che portano nel becco il ramoscello d’ulivo, simbolo della riconciliazione di Dio con l’uomo e quindi della sua Misericordia. Se siamo bravi cristiani, perseguiamo comunque e sempre la fratellanza e le nostre armi più potenti saranno bombe di pace che faremo scoppiare dovunque e a prescindere dalle avverse situazioni oggettive. Se siamo bravi cristiani, dovremmo aver vissuto la Quaresima come periodo di riflessione e di crescita, preparando giorno per giorno l’arrivo del momento liturgico più forte dell’anno, attraverso gesti di concreta partecipazione, a riconoscenza di quello che è stato il padre di tutti i sacrifici che Uno solo ha fatto pesare su di sé per noi. Se siamo bravi cristiani, non dovremmo confessarci almeno una volta all’anno e comunicarci almeno a Pasqua, come recita il precetto, bensì anelare continuamente alla fonte della parola e dell’Eucaristia, che trovano la sintesi più sublime in ogni Santa Messa, e ricorrere al Sacramento della Riconciliazione ogni qualvolta la nostra fragilità umana ha avuto il sopravvento sulla forza dello spirito. Se siamo bravi cristiani, l’avvicinarsi del Triduo pasquale ci deve cogliere attenti a quel che conta, senza farci sviare dal clima “pagano” delle feste imminenti o svilire il Venerdì Santo con l’idea prevalente che è il giorno buono per cominciare l’imbottigliamento del vino. Se siamo bravi cristiani, ci recheremo alla Messa del giorno di Pasqua e incontro al Risorto con lo stesso anelito degli apostoli che, dopo aver ricevuto dalle donne l’annuncio, correvano al sepolcro trafelati e ansiosi di scoprire la grande verità; così come il nostro Patriarca ci sollecita nella sua nuova Lettera Pastorale. Se siamo bravi cristiani, diffonderemo, ora come allora, la lieta notizia a tutti quelli che incontriamo, soprattutto ai non credenti, augurando loro la Buona Pasqua non come un atto formale, ma con un entusiasmo tale da far avvertire tutto il calore che sempre gli altri dovrebbero percepire da noi. Se siamo bravi cristiani, lo scambio di saluto fra noi per tutto il ciclo pasquale sia quell’affermazione di fede che i fratelli ortodossi usano: CRISTO è RISORTO! – e di rimando: CRISTO è VERAMENTE RISORTO!