L’ansia da prestazione…
Inserito il 21 Maggio 2017 alle ore 08:17 da Plinio BorghiL’ansia da prestazione è diffusa in tutti gli ambiti sociali e a tutti i livelli di attività sia professionali che amatoriali, più di quanto ce se ne renda conto. Non ci sono limiti di età né di esperienza tali da esserne esenti: basta una gara canora di un certo rilievo per mandare nel panico anche il più vissuto e preparato dei protagonisti; è sufficiente una performance su un palco di prestigio a far tremare le vene ai polsi dei protagonisti. E così è per lo studente che affronta l’esame importante o per il predicatore che si accinge a catturare la platea. Non è tanto una questione d’insicurezza o la paura di far brutta figura, quanto l’idea di non essere all’altezza di quella particolare situazione. Il lato peggiore è che il sintomo può spingerti a strafare, col rischio di renderti ancora più ridicolo. Qual è la soluzione se ti prende qualche attacco? In via generale, sul piano materiale e “laico”, innanzitutto quella di essere consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti e non pretendere quindi di ottenerne un superamento tout court; in secondo luogo sforzarsi di essere il più possibile sé stessi, dando il meglio, senza pretendere primati che non spettano e confronti fuori luogo o rivalse. Sul piano spirituale vale trovare un appoggio che ti serva da riferimento (e a noi credenti non manca certo) e ogni crisi si supera senza ansia o difficoltà. Anche agli apostoli Gesù aveva chiesto tanto e aveva dato loro un mandato piuttosto impegnativo, da esercitare su una piattaforma del tutto particolare: nientemeno che il mondo intero, un mondo ostile, refrattario e, bene che andasse, indifferente. Ad appesantire la situazione, li stava lasciando in balia di sé stessi, perché era da un po’ che insisteva di voler ritornare al Padre. Sapeva benissimo che anche loro sarebbero stati presi dall’ansia di prestazione: la fede c’era, la volontà anche, ma come potevano essere all’altezza del compito, se neppure avevano del tutto capito la profondità di quel nuovo messaggio? “Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi”, li rassicurava. “Lo Spirito Consolatore che è in voi rimarrà con voi per sempre” insisteva. Infatti, la forza dei diffusori del Vangelo, come descrivono gli Atti, è stata la straordinarietà della semplicità con cui hanno trasmesso i contenuti della lieta novella. Una sola linea guida ha dato il Maestro: per amarlo va osservata la sua Parola (come recitiamo nel Canto al Vangelo di oggi). E ogni forma di ansia da prestazione spirituale svanirà.