l richiamo alla Trinità…
Inserito il 11 Giugno 2017 alle ore 10:25 da Plinio BorghiIl richiamo alla Trinità ci accompagna in parecchi momenti della giornata. Di norma, se non siamo troppo addormentati, dovrebbe essere il primo ad aprirla appena svegli e l’ultimo a completarla prima di chiudere gli occhi, assieme al segno della Croce. È lo stesso richiamo che conclude buona parte delle preghiere, delle collette, dei salmi (da cui il detto “tutti i salmi finiscono in gloria”), degli inni. D’altronde, nel dogma della Trinità si riassumono i fondamenti della nostra fede, come abbiamo avuto modo di constatare in più di qualche occasione, non solo in riferimento alle tre Persone, ma soprattutto per quel che rappresenta la loro unità: amore, fedeltà, reciprocità e via dicendo, tutti stimoli senz’altro utili anche al nostro modo di vivere e di rapportarci. Per la sua funzione conclusiva e riassuntiva, pertanto, la festa non poteva trovare migliore collocazione che a ridosso della chiusura del periodo liturgico più forte, durante il quale abbiamo avuto modo di conoscere il Figlio nel momento più sublime della sua missione salvifica, l’estremo sacrificio, ma anche e soprattutto nella vittoria sulla morte, senza la quale tutto il resto non avrebbe avuto alcun senso (infatti, dai sommi sacerdoti di allora ai detrattori dei giorni nostri, è l’unico argomento su cui si appigliano). Abbiamo avvertito il Padre in tre momenti concreti: al battesimo nel Giordano, sul monte Tabor durante la Trasfigurazione e nell’intervento stesso della Resurrezione; ma l’abbiamo conosciuto soprattutto attraverso il Figlio stesso: chi vede me vede il Padre. Abbiamo preso confidenza con lo Spirito Santo in diverse occasioni, che vanno sempre dal battesimo citato alla percepibile e concreta intimità di amore tra Padre e Figlio, dai vari poteri conferiti da Gesù stesso, che, alitando sugli apostoli, diceva loro: “Ricevete lo Spirito Santo” alla grande discesa celebrata domenica scorsa, attraverso la quale il senso del Messaggio portato dal Messia si è completamente rivelato; non parliamo poi di come, nel tempo, sia stato innesco, motore e sostegno di tutta la Chiesa, con quella barca di doni che si porta sempre appresso. Questa festa è pertanto di un’opportunità unica per riflettere su questi aspetti e su tanto altro, sopperendo così a tutte quelle volte che il riferimento è talmente abituale da scivolare dalla bocca senza coinvolgere più di tanto il cuore e quasi per nulla la mente. E allora oggi proclamiamo con più convinzione: “Sia veramente gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo!”.