Siamo alle minacce?
Inserito il 25 Giugno 2017 alle ore 10:19 da Plinio BorghiSiamo alle minacce? Vi sono parecchi atteggiamenti nei quali Gesù rivela in pieno la sua natura umana. Il più significativo per me resta quando i mercanti al tempio gli fecero saltare la mosca al naso per aver ridotto “la casa del Padre a una spelonca di ladri”. E giù fustigate, ribaltamento di banchi e soldi sparsi ovunque. Forte! Beh, neanche oggi scherza più di tanto e sostanzialmente ci rinfaccia tutta l’attenzione che Dio ha per noi, quasi riecheggiando la prima lettura: se il Signore è al nostro fianco, di che cosa possiamo aver paura? Infatti ci rimprovera il nostro timore per gli uomini, che alla fin fine minacciano solo il corpo, ma non l’anima, portando l’esempio del valore di due passeri, da non mettere in confronto con noi, o di un capello della nostra testa: in entrambi i casi nulla potrà accadere che il Padre non voglia e solo il Padre ha il potere di gettare corpo e anima nella Geenna. Ecco, siamo alle minacce a causa della nostra poca fede e della scarsa capacità di rendergli testimonianza. “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. Minaccia con aggiunta di ricatto. Mi piace questo Maestro che si rapporta al nostro livello. Quante volte, per molto meno, siamo disposti a coartare il prossimo! “Se no ti fa quel che te digo mi…”. “Xe tre volte che ciamo mi e lu gnanca ′na volta. S’el speta che mi lo ciama ancora…”. “Dighe ch’el me vegna darente dopo quel ch’el me ga fato e…”. E via dicendo: il florilegio delle nostre minacce e ricatti non ha fine. Almeno il Messia ne ha ben donde e ce lo ricorda San Paolo nella seconda lettura, quando lo pone in antitesi con Adamo: per colpa di un solo uomo siamo stati intaccati tutti dal peccato e per il sacrificio di un altro uomo, il Cristo, ne siamo stati liberati. Dopo di che brancoliamo ancora nella più becera incertezza se il nostro Salvatore ci sollecita a rivelare ai quattro venti ciò che ci ha predicato? Siamo ancora titubanti di fronte agli uomini, se abbiamo Dio al nostro fianco, come dice Geremia nella lettura citata? Dice: sì, è vero, ma.. e la misericordia? Non cerchiamo di confondere capre con cavoli e di mescolare le idee: la misericordia si ottiene solo con atti di coraggio; coraggio nel riconoscersi manchevoli e coraggio nel riprendersi. I tiepidi il Signore li rigetta dalla sua bocca: lo dice nell’Apocalisse.