Che fatica, Papa Francesco!
Inserito il 27 Agosto 2017 alle ore 11:23 da Plinio BorghiChe fatica, Papa Francesco! Non passa giorno che qualche grattacapo non arrivi ad assillare i già gravosi impegni del nostro Pontefice, specie in riferimento a comportamenti poco ortodossi di taluni suoi prelati, anche di alto lignaggio. E lui sempre lì, a cospargersi il capo di cenere per le colpe altrui e a pretendere, giustamente, maggiore rigorosità da tutti: tolleranza zero. Bontà e fermezza gli sono compagne. Diciamocelo francamente: non è facile e forse in ciò risiede una delle ragioni principali per cui il suo predecessore Benedetto XVI, avvenimento storico, ha rassegnato le dimissioni. Per governare una Chiesa bisogna prima di tutto che ci sia una Chiesa da governare, una Chiesa che sia fedele, specie in chi la rappresenta, al mandato ricevuto da Cristo e che proprio oggi il brano del Vangelo in lettura ci ricorda. Il troppo soggettivismo nel regolare il proprio comportamento e il troppo relativismo nell’interpretazione delle verità fondamentali stroppiano e minano alla radice la credibilità dell’Istituzione stessa. Quanto mi piacerebbe che oggi Gesù ripetesse a ognuno la domanda rivolta agli apostoli, dopo aver chiesto che ne pensasse di Lui la gente: “E tu chi dici che io sia?”! L’imbarazzo sarebbe palpabile, perché non basterebbe una risposta qualsiasi, alla quale verrebbe fin troppo facile ribadire: “E allora perché non ti comporti di conseguenza?”. Nell’affermazione spontanea e profonda di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!” ci sta tutto l’impegno di incarnare in sé il Verbo, cosa che gli ha fruttato quel po’ po’ di investitura. Non per questo da quel momento egli ha dimostrato una coerenza inoppugnabile, anzi. Tuttavia la sua fede gli ha fornito tutta la capacità di recupero che poi ha dimostrato. È vero che il nostro Maestro ci ha garantito che le porte degli inferi non prevarranno contro la sua Chiesa, ma è anche vero che l’unione fa la forza ed entrambe ci sono date dalla coerenza. È bene che tutti, clero in testa, si dia una significativa sterzata, intanto con un bel bagno di umiltà. Sant’Agostino oggi ci fornisce una preghiera di colletta che vale la pena di recitare con convinzione: “O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e di desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia”. Già disporci con questo stato d’animo, sarebbe un buon salto di qualità.