La compassione va rispolverata…
Inserito il 6 Agosto 2017 alle ore 11:39 da Plinio BorghiLa compassione va rispolverata e riattualizzata, anche da chi è convinto d’averla sempre praticata. Perché? Per il semplice motivo che l’abitudine e i luoghi comuni sono una trappola, che è fin troppo facile confonderla con la pietà spicciola a senso unico, che si può incappare nell’inganno di pseudo soggetti passivi, che la gente non sempre afferra la qualità di attenzione che le riserviamo e in definitiva che noi non siamo Gesù Cristo, vero fautore di questa virtù, che siamo tenuti ad imitare, ma che non riusciremo mai ad eguagliare. Infatti, nel Vangelo sono diversi i momenti nei quali il nostro Maestro è mosso a compassione ed il noto brano in lettura oggi, relativo appunto alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, è uno di quelli. È un fatto importante, perché prefigura in qualche modo il grande dono dell’Eucaristia e ce ne sarebbe da dire su questo, ma preferisco fissarmi sulla molla che ha fatto scattare il miracolo e che da un lato manifesta il volto più vero di Dio Padre nei confronti dell’umanità, volto che abbiamo imparato a conoscere tramite il Figlio; dall’altro indica anche a noi il modo più genuino per vivere il rapporto con il prossimo: soffrire assieme a chi soffre, condividere i motivi della sofferenza, saper dare una risposta di effettiva compassione a chi non aspetta altro che un po’ di attenzione. Quando rifletto su ciò, fra le tante figure che mi vengono in mente emerge quella di Madre Teresa di Calcutta, che della compassione ha fatto la chiave di volta della sua vita. Tuttavia ha dovuto ben combattere, e anche all’interno della Chiesa, per poter realizzare appieno l’indirizzo del nostro Salvatore. Il che significa che troppo spesso non concepiamo un compatimento in modo ampio e risoluto, ma riflettiamo le imperfezioni che dicevo all’inizio, quando non lo riduciamo a mero atteggiamento, vuoto di impegno e di contenuti. Solo immergendosi nei problemi non si fa la figura dei babbei e si sfugge agli immancabili inganni cui accennavo. Anche il Messia ha sbugiardato più di qualche provocatore, ma non per questo ha limitato la sua compassione. La colletta di oggi è una sintesi perfetta del tema e vale ripercorrerla: “O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa che il pane moltiplicato dalla tua Provvidenza sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini.” Ottimi paletti all’interno dei quali muoverci!