Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Annientare noi stessi…

Inserito il 3 Settembre 2017 alle ore 11:49 da Plinio Borghi

Annientare noi stessi è il motivo conduttore di tutte e tre le letture di oggi: nella prima Geremia, sedotto dal Signore e per questo deriso, non riesce a toglierselo dal cuore, perché il fuoco che ormai vi arde è dirompente; nella seconda San Paolo ci esorta addirittura ad offrire i nostri corpi come sacrificio vivente gradito a Dio e pertanto a trasformarci per poter discernere secondo la Sua visione; nel vangelo Gesù è addirittura più esplicito nell’affermare che se qualcuno lo vuol seguire deve rinnegare sé stesso e prendere la propria croce. Parole tutte che abbiamo sentito ripetere non so quante volte; ma è credibile che uno riesca sul serio a rinnegare sé stesso? Riflettiamo un po’. Noi ci guardiamo allo specchio e ci vediamo belli, come ho già accennato in altre circostanze. Poi usciamo, ci guardiamo attorno e ci sentiamo i migliori. Siamo talmente egocentrici da pretendere che il mondo giri attorno a noi e se qualcosa non va non siamo noi, bensì il mondo a girare al rovescio. Facciamo una fatica pazzesca ad accettare un’osservazione, figurarsi poi ad ammettere di aver torto: siamo come tanti colonnelli Buttiglione che non si arrendono mai, nemmeno di fronte all’evidenza. Insomma, Pietro, che si permette di dire che è Gesù a sbagliarsi sulla sua effettiva missione, è il nostro emblema. E a noi siffatti viene richiesto di annientarci? Mission impossible! Eppure la posta in gioco non è così indifferente e la frase che il nostro Maestro aggiunge subito dopo ne da il giusto peso: “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?”. Già. Volendo temporeggiare, ci si potrebbe domandare: “Ma perché bisogna proprio gettare alle ortiche la propria vita, che in fin dei conti il Creatore ci ha concesso così com’è, per poter ottenere quella eterna? Non si possono avere entrambe? In effetti, Gesù non dice di non vivere questa vita al meglio, ma di essere consapevoli comunque delle priorità, di ragionare secondo l’impostazione di Dio, come fu “costretto” a fare Geremia. Questa vita deve essere un investimento in funzione dell’altra, non in alternativa, croci da portare comprese, altrimenti l’avremo persa e pure per niente. Tant’è vero che saremo giudicati, come conclude il vangelo, secondo le nostre azioni. Bella a tal proposito la seconda domanda che pone il Maestro: “O che cosa un uomo potrà dare in cambio della sua vita?”. Appunto.

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