Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il Papa e i militari

Inserito il 27 Settembre 2017 alle ore 17:25 da Don Gianni Antoniazzi

La scelta di Giovanni XXIII come patrono dell’esercito suscita scandalo. Ma le forze armate non sono del demonio e il protettore è uno stimolo per la crescita, non per avallare le criticità.

Giovanni XXIII, il Papa buono, autore dell’enciclica Pacem in Terris, è stato proposto come patrono del nostro esercito. C’è stata una levata di scudi, quasi ad accusare le forze armate di essere in sé anti-evangeliche.

Riflettiamo bene. Ogni genitore difende i figli da un ingiusto aggressore e anche chi aderisce a Pax Cristi chiude con cura la porta di casa. Così lo Stato ha il dovere di organizzare una difesa adeguata a proteggere i cittadini inermi. In questo contesto l’esercito non è una demenza contraria al Vangelo. Anzi: se proteggesse i deboli avrebbe un suo valore.

C’è poi la questione per la spesa delle armi. L’allora presidente USA, Eisenhower, scriveva che “ogni colpo esploso, ogni nave da guerra inviata, ogni razzo sparato è un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti”. Giusto. Ma faccio la benedizione delle famiglie e vedo quanti soldi, anche i pacifisti, spendono in porte blindate e sistemi d’allarme. In proporzione anche lo Stato si sente autorizzato alla spesa militare.

Poi bisogna ammettere che nell’esercito purtroppo c’è anche gente con la testa calda, disposta ad andare in giro per il mondo come un Cow-boy nel far-west. Proprio per costoro starebbe bene papa Giovanni: li richiama al solo valore di custodire i deboli. Un antico proverbio indiano osserva che un esercito di pecore condotte da un leone sconfigge un esercito di leoni condotto da una pecora. Ecco l’importanza di un riferimento. Come un leone Papa Giovanni ricorda che altro è difendere il debole altro è far guerra; nessun combattimento riporta giustizia; e talora “intelligenza militare” è una contraddizione in termini.

don Gianni

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