Smartphone in parrocchia
Inserito il 20 Settembre 2017 alle ore 17:40 da Don Gianni AntoniazziMentre riprendono le attività pastorali è opportuno precisare quale sia l’atteggiamento della nostra comunità sui dispositivi offerti a grandi e piccoli dal progresso tecnologico.
Abbiamo sempre il cellulare in mano e lo usiamo anche quando siamo in compagnia. Per le attività in parrocchia dobbiamo indicare delle regole. Per esempio: durante la Santa Messa la suoneria disturba. Chi ha bisogno di tenerlo si assicuri di lasciarlo in vibrazione. Chi non ha dimestichezza e riceve un telefono nuovo, prima di scaricare le immagini dei gattini da internet, impari a togliere la suoneria. Diversamente lo tenga spento o passi in sacrestia e glielo sistemiamo noi.
Per quanto riguarda la catechesi il telefono non dovrebbe neppure entrare in stanza. Il Ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, vorrebbe permettere l’uso (e l’abuso) dei cellulari in classe, col pretesto di insegnarlo ai ragazzi. Affar suo: scelga l’albero cui impiccarsi. Se noi permettessimo i cellulari durante gli incontri, i ragazzi non avrebbero limiti al passatempo sui social. Se ci sono urgenze si usi il numero della canonica. La notizia arriverà tempestiva al diretto interessato.
Per i campi in montagna: fin quando non passerà la moda attuale, non potremo dare ai ragazzi il cellulare se non per qualche momento durante il giorno. Altrimenti al posto di vivere insieme starebbero a scriversi improperi sullo smartphone.
Quanto alla prima comunione e alla cresima, eviterei di regalare un telefono. Non darei mai il cellulare come premio, ma lo introdurrei nella vita dei ragazzi come un’opportunità di crescita, un’occasione per gestire la propria autonomia e dimostrare alla famiglia di essere più capaci.
don Gianni