I Santi, i morti, novembre…
Inserito il 12 Novembre 2017 alle ore 12:16 da Plinio BorghiI Santi, i morti, novembre: tutti elementi che inducono a distogliere anche il più agnostico dei miscredenti dalle sue incombenze di routine e dalle sue attenzioni “terra terra”, per elevare la mente almeno al concetto della caducità della vita. Il semplice cader di foglie è un richiamo alla temporaneità del nostro passaggio in questa natura, dove tutto è destinato a finire, universo compreso, sebbene il processo preveda un continuo rigenerarsi e nascere, ma non rinascere: infatti ogni nascita attinge linfa da ciò che c’era ed offre elementi di continuità, ma avrà comunque come meta a sua volta la morte. Anche per noi credenti, non meno di altri dediti a voli radenti attorno alla nostra quotidianità, questo periodo serve ad alzare la testa e ad elevare lo spirito, proteso oltre il limite della vita terrena. La liturgia di queste ultime tre domeniche ci aiuta molto allo scopo, in quanto pregna di richiami escatologici; ed è un bene che sia così, perché in genere ci è poco congeniale ricordare quella parte di catechismo che riguarda “I Novissimi”: morte, giudizio (particolare e universale), inferno e paradiso. È importante invece far su essi mente locale, perché ribaltano i concetti con i quali siamo vissuti (e sennò che “altra vita” sarebbe!?). La nota parabola delle dieci vergini, cinque sagge e cinque stolte, che attendono lo sposo, per esempio, se rivolta alla nostra realtà sembra quasi un’apologia della grettezza: le stolte saranno state anche delle sprovvedute a rimanere senz’olio, ma le sagge, che non se ne privano di una goccia per paura che poi venga a mancar loro, che esempio di solidarietà danno? E lo sposo che sbatte la porta in faccia alle prime, corse a rifornirsi e quindi giunte in ritardo, che richiamo alla misericordia è? C’è contrasto con la parabola della vigna, quando il padrone dà la stessa paga giornaliera pure a chi ha lavorato solo un’ora! Ecco il punto: il padrone non è andato a distribuire soldi in piazza a chi non ha lavorato. La Misericordia divina soccorre fino all’ultimo istante, poi subentra la Giustizia infinita. L’odierna parabola delle vergini a quel momento si riferisce. Chi oltrepassa la soglia impreparato, viene preso col bagaglio che ha e non può tornare indietro a recuperare alcunché. Fra un paio di domeniche vedremo in che cosa dovrà consistere questo bagaglio. Oggi, intanto, becchiamoci il richiamo del nostro Maestro: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.