Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ormai ci siamo: è qui!

Inserito il 24 Dicembre 2017 alle ore 09:41 da Plinio Borghi

Ormai ci siamo: è qui! Crastina die delebitur iniquitas terrae et regnabit super nos Salvator mundi (domani saranno cancellate tutte le malefatte della terra e regnerà su di noi il Salvatore del mondo): era l’aggiunta all’Invitatorio che s’inseriva all’ultimo giorno della novena di Natale e che si concludeva poi col versetto Prope est iam Dominus, venite adoremus (il Signore è già vicino, venite ad adorarlo). è quasi messa in ombra la liturgia di questa quarta domenica d’Avvento, che cade proprio a ridosso del Santo Giorno, tanto aleggia ormai nell’aria il profumo del Bambino che sta nascendo. Pure il clima mondano sta un po’ cedendo al fenomeno, è già festa. Tuttavia viene da chiedersi se e come si sia compreso fino in fondo il significato di ciò che stiamo vivendo. Difficile, anche per il più assiduo praticante, visto che il vangelo di oggi riprende il racconto dell’Annunciazione; probabilmente per invitarci ad assumere l’atteggiamento di apertura e di disponibilità tenuto da Maria, anch’ella attonita, in quella circostanza. Altrimenti, subentra una presunzione impropria che è peggio di una chiusura, perché non è dato a noi di penetrare il grande mistero, ma solo di prenderne atto. Infatti, nella Messa del giorno di domani si legge l’incipit del Vangelo di Giovanni, lo stesso che un tempo veniva proclamato alla fine di ogni Messa, proprio per stoppare “fughe in avanti”. “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”, si dice ad un certo punto, al di là delle più recenti traduzioni. Chi erano e chi sono le tenebre? Proprio coloro che sono convinti di sapere una parola in più del libro, che credono di aver capito tutto, che di fronte al mistero non fanno “tabula rasa” dei loro pregiudizi e delle loro arroganze, della loro presunzione appunto: non comprenderunt, diceva esattamente il testo latino, si sono cioè rifiutati di “prendere” il “pacco regalo” così com’era; non si astengono dal volerne per forza analizzare il contenuto. Costoro saranno destinati a non vedere nemmeno la Gloria del Figlio unigenito, come lo stesso brano ci assicura. Noi sappiamo, ce l’ha detto il Battista, che in quel pacco c’è un progetto di salvezza e che è per tutti. Tanto ci basta per capire come la venuta del Messia, rivelazione del Padre, vada vissuta nella più ampia accoglienza e analogamente partecipata: non può essere un gesto passivo né ci è consentito di tenere la gioia tutta per noi. In questo senso l’augurio di BUON NATALE va rivolto con entusiasmo a tutti.

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