Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Coltiviamo l’essenzialità

Inserito il 23 Maggio 2018 alle ore 20:06 da Don Gianni Antoniazzi

Come sottolinea Enzo Bianchi la conoscenza di sé esige cura, attenzione e vigilanza interiori: quella capacità di concentrazione e di ascolto del silenzio che aiuta l’uomo a ritrovare se stesso grazie anche alla solitudine

Ricordo che mia nonna aveva una cura diligente per ciò che le era affidato. In casa non doveva mancare uno spillo. Usava la biancheria avuta in dote da ragazza e la trattava con devozione. Coltivava gli angoli dell’orto e metteva da parte anche i brandelli di carta. Nel suo mondo non c’era spazzatura: riciclava di tutto.

Rispetto a lei il nostro ambiente è un inno allo spreco: dissipiamo le forze, perdiamo occasioni, abbandoniamo la natura e non diamo corpo ai sogni. Non abbiamo neppure l’interesse per stare qualche istante in pace con noi stessi. Nel nostro mondo l’effimero è più importante della sostanza, la ricchezza è più preziosa della saggezza, la notorietà più della dignità, il curriculum più della competenza e il successo vien prima del rispetto di sé (confronta Lowen). Ne soffrono soprattutto i giovani, col risultato che faticano a “conoscere se stessi” (tempio di Delfi).

Dal canto suo, invece, il Vangelo ha sempre proposto la strada faticosa ma feconda dell’essenzialità e della cura della propria persona: “Che giova infatti all’uomo guadagnare anche il mondo intero, se poi perde la propria anima?” (Mc 8,36). Che senso ha stare ore intere in Internet per circondarsi di migliaia di amici se poi manca l’affetto anche per uno solo? A mio parere i nostri nonni, col loro stile, vedevano lontano, più di quanto facciamo noi con la tecnologia avanzata del giorno d’oggi.

don Gianni

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