Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ci risiamo con la fiducia

Inserito il 15 Luglio 2018 alle ore 09:59 da Plinio Borghi

Ci risiamo con la fiducia. C’era una volta una réclame che diceva: “La fiducia è una cosa seria e si dà alle cose serie”. Tanto vale ovviamente anche per le persone e per le istituzioni. No, non ho alcuna intenzione stavolta di riferirmi alla politica, anzi, rilancio un concetto sul quale sono già due o tre volte che, sotto vari aspetti, il nostro parroco insiste: la fiducia è la chiave che apre le porte del cuore, è il volano che innesca un rapporto e lo fa funzionare, è lo strumento che rende autorevole il messaggio da trasmettere. Nemmeno Gesù, l’abbiamo visto domenica scorsa, riesce a impostare un minimo di dialogo in assenza di fiducia; al contrario, è costretto a filarsela. Oggi lo vediamo inviare i suoi discepoli a due a due per annunciare la lieta novella, guarire i malati e convertire; una sorta di prova sul campo, e lo fa tra mille raccomandazioni: non portarsi appresso nulla se non il bastone, una tunica soltanto e un paio di sandali. Men che meno soldi o una bisaccia per la sussistenza. Perché? Perché la gente deve capire di essere al centro dell’attenzione e che a nient’altro si tiene se non a quello che si sta facendo: prima di ogni cosa va guadagnata quella fiducia che rende credibile l’azione salvifica che si sta elargendo. Ciò nonostante, ci può essere ancora qualche risposta negativa: succede che taluno non voglia aprirsi e impegnarsi o che addirittura tutta questa disponibilità dia fastidio, specie se mette in discussione un comportamento diametralmente opposto. Anche qui il nostro Maestro insegna a non imporre alcunché, a non portare rancore, a buttarsi alle spalle malegrazie e derisioni: è il significato di “scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro”, che spesso è inteso come un “pussa via!” o “va là che non capisci niente!”. In quest’ultima ipotesi non sarebbe una bella “testimonianza” e si chiuderebbe anche lo spiraglio attraverso il quale potrebbe un giorno passare la fiducia. Pensiamo a quante porte si chiudono in faccia a un prete che va a benedire le case! Eppure egli ritorna, convinto che qualcuna di quelle porte prima o poi si aprirà. Oggi a Venezia festeggiamo Gesù come Redentore e cos’è la Redenzione se non un abbandono al progetto d’amore del Padre nei nostri confronti, che pur di “recuperarci” ha sacrificato il Figlio e ci ha lasciato quale caparra lo Spirito Santo, come dice San Paolo? Vogliamo ricambiare quest’offerta illimitata almeno con un po’ di fiducia, che serva a ravvivare la nostra fede talvolta assopita?

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