Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta dell’8 luglio 2018

Inserito il 4 Luglio 2018 alle ore 20:38 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta dell’8/7/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ha un senso tanto lavoro?

Inserito il 4 Luglio 2018 alle ore 20:15 da Don Gianni Antoniazzi

In parrocchia si lavora per offrire l’incontro personale con Gesù. Apparentemente il Grest non ha dato molti frutti in questo senso, ha rafforzato però il legame di fiducia con le famiglie. Non è poco

Da ragazzo domandavo ai miei genitori quale fosse il guadagno per le loro fatiche. Vedevo la mamma affaticarsi nell’orto, nei campi e nel giardino. Il papà invece, pur sfinito per la giornata negli allevamenti, se ne andava in stalla a sistemare le mucche. Se chiedevo quale fosse la loro ricompensa, rispondevano che quando si lavora per i soldi nessuna opera è ben pagata; se invece si vive per passione prima o poi arriva un guadagno imprevisto.

Torniamo a noi. La parrocchia lavora per aiutare la gente ad incontrarsi con Gesù. Penso al Grest e al lavoro in montagna. A che pro? Se guardassimo al risultato immediato ne saremmo sconfortati. È importante allora mantenere visione più ampia, paziente e matura. Si capisce che, per esempio, si è stabilita una fiducia reciproca, necessaria all’annuncio del Vangelo. Il Grest, i campi e ogni altra attività, se vissuti non per dovere ma con passione, creano fraternità e legami intensi, nei quali soltanto si innesta l’annuncio della fede in modo stabile.

don Gianni

Un “prano” d’eccellenza

Inserito il 1 Luglio 2018 alle ore 10:02 da Plinio Borghi

Un “prano” d’eccellenza ti verrebbe da definire Gesù leggendo il vangelo di oggi. Siamo nel pieno delle guarigioni e non ditemi che tutto quell’accorrer di gente è determinato dal sentir parlare della lieta novella. Se poi mettiamo nel conto che questo strano Maestro si esprime a parabole e metafore, del cui significato rende edotti solo i suoi più intimi, è evidente che i motivi di attrazione, di primo acchito, sono altri, compreso un pizzico di curiosità. Da che mondo è mondo, stregoni, sciamani e guaritori in genere, in alternativa ai cerusici o medici ufficiali, sono esistiti ovunque e il ricorso alle loro prestazioni è sempre stata una forte tentazione da parte di molti, specie se i tentativi per i canali riconosciuti dalla scienza si sono dimostrati inefficaci per la complicazione del caso in trattamento. Il Messia, nella fattispecie, indica anche la strada da percorrere per veicolare la Parola: non si affrontano i problemi dell’anima prima di non aver dato un segno di attenzione a quelli del corpo. Che è poi il percorso di tutti coloro che si recano in terre di missione, stando ai loro racconti. Obnubilati dal bisogno, non ci avanza di pensare ad una benché minima elevazione spirituale. Se poi il pranoterapeuta di turno è ad un livello come quello del nostro Salvatore, la rincorsa è scontata. Verrebbe quindi da pensare che Gesù guarisse a destra e a manca in modo indiscriminato (ma allora avrebbe avuto un gioco facile e non l’avrebbero certamente crocifisso!) e che quella del “vai, la tua fede di ha salvato” fosse stata solo una manfrina: false entrambe le supposizioni. Ogni intervento era mirato affinché la situazione contingente fungesse solo da leva per la conversione ad una salvezza certamente più consistente (la conquista del Regno) ed è sempre stato vero che i risultati più apprezzati derivano anzitutto da una profonda convinzione (ormai è dimostrato anche a livello scientifico), che nel nostro caso è la fede. Gli episodi della donna colpita a lungo da emorragia, alla quale è bastato sfiorare il mantello di Gesù, e quello di Giàiro, che pur capo della sinagoga perde ogni inibizione e riconosce in questo Maestro poteri che vengono dall’alto, sono emblematici di una verità della quale è pregno anche il Suo messaggio, che non si limita a proiettarsi solo a qualcosa di impalpabile e futuribile, ma che invece investe da subito il nostro presente, sotto ogni punto di vista. Allora, per oggi e per domani, è la fede medicina d’eccellenza.

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