Quando un giovane diventa uomo
Inserito il 18 Luglio 2018 alle ore 19:02 da Don Gianni AntoniazziI fatti avvenuti nella grotta della Thailandia sono stati seguiti in tutto il mondo con molta apprensione. C’è stato anche un morto fra i soccorritori. Non è male riflettere sulla condotta del responsabile: l’allenatore.
Abbiamo seguito i fatti della Thailandia con 12 ragazzi finiti dentro una grotta per la scemenza del loro allenatore, che li ha accompagnati nel pericolo nonostante i cartelli raccomandassero di non entrare. Una stupidaggine, grande come una casa, che ci ha mantenuti col fiato sospeso.
Bisogna riconoscere, però, che il responsabile di questa vicenda, un allenatore di 25 anni, ha subito chiesto scusa ai genitori riconoscendo il proprio sbaglio. Ha aggiunto soltanto che sarebbe uscito per ultimo dalla grotta. Ha insegnato ai ragazzi l’arte della sopravvivenza e della concentrazione per aiutarli a superare l’angoscia. Ha rinunciato alla propria razione di cibo per sostenere i più giovani. Non ha mai fatto mancare la speranza. Anche se ha compiuto uno sbaglio grave, figlio della giovinezza, ha mostrato in fretta la fibra dell’uomo.
Maturo non è chi gode di perfezione: tutti sbagliamo 70 volte al giorno. La persona matura, però, paga per primo e resta al proprio posto tirandosi fuori per ultimo dalle difficoltà. Che differenza fra questo tipo di persone e molti italiani, anche di Chiesa, che ritengono di essere grandi perché riescono ad evitare la responsabilità degli sbagli! Pensano poi di doversi togliere per primi dagli impicci lasciando gli altri a pagare il peso per le loro scelte o mancate decisioni.
Quanta differenza fra questo minuscolo allenatore diventato uomo e la nostra cultura, da giuristi latini e imprenditori anglosassoni, così fragile in questo momento storico! Gramellini, in uno scritto del Corriere del 10 luglio scorso, ha messo in evidenza che l’allenatore Ekke fu educato dalla nonna: ne tengano conto le nostre nei riguardi dei nipoti.
don Gianni