Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il medico è bravo se guarisce…

Inserito il 9 Settembre 2018 alle ore 10:04 da Plinio Borghi

Il medico è bravo se guarisce. Sì, va bene che non ci piace essere dei numeri, vogliamo essere trattati da persone prima che da pazienti, ci va di essere ascoltati, vorremmo più empatia con chi ha cura di noi, ma se il medico con tutti questi requisiti alla fine non capisce qual è il tuo male e non riesce a guarirti non è un bravo medico. Nulla di cui meravigliarsi, comunque, siamo umani e l’imprinting scatta con chi ci nutre e ci fa star bene. Gesù lo sapeva bene, tanto che dopo aver sfamato più di cinquemila persone si rivolge ai suoi “inseguitori” redarguendoli che lo stavano cercando per quello, non tanto per ascoltare la sua parola. Infatti, un paio di domeniche fa abbiamo visto che parecchi discepoli si sono disciolti come neve al sole a causa di discorsi troppo impegnativi. Oggi torna alle guarigioni “ad effetto”, memore anche di quanto il profeta Isaia diceva di Dio, rivolto ai smarriti di cuore e che la prima lettura ci riporta, e di come si sarebbe manifestata la Sua salvezza: “Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno le orecchie dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto…”. Nel vangelo di Marco sono i guariti ad esaltarlo come Messia, portatore della salvezza promessa da Dio. In altre circostanze è Gesù stesso che adduce questi “fenomeni” a dimostrazione della sua figliolanza col Padre, come rispose agli emissari di Giovanni Battista, quando gli mandò a dire: “Sei tu quello che stavamo aspettando o ne dobbiamo attendere un altro?”. In questa logica delle cose dovrebbero muoversi anche tutti i pastori di anime e i missionari: non si può pretendere che passino le parole di salvezza per l’anima, prigioniera del corpo, se prima non ci si prende cura di quest’ultimo e delle sue esigenze di vita. I motivi sono sostanzialmente due: è il veicolo attraverso il quale passano tutte le nostre espressioni, incluse quelle mentali, morali e spirituali, per cui non si può prescinderne; è il percettore che il regno annunciato è già qui, anche se non ancora conseguito con completezza, e se il percettore non funziona a dovere, fatica a compiere la sua funzione. San Giacomo apostolo, nella seconda lettura, porta esempi semplici del nostro comportamento distorto, riferendosi ai favoritismi, tendenze che possiamo rimuovere se la mente è sgombra e pronta: “Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono i ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?”.

Lettera aperta del 9 settembre 2018

Inserito il 5 Settembre 2018 alle ore 15:30 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 9/9/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Dovrò fare la scimmia?

Inserito il 5 Settembre 2018 alle ore 14:57 da Don Gianni Antoniazzi

Negli ultimi tempi è in aumento la nostra attenzione verso gli animali e la natura. Al contempo, però, in certi casi sta diminuendo la sensibilità e il rispetto verso le persone che sono in difficoltà

Di solito in questa stagione dell’anno, fra i Centri don Vecchi e i centri commerciali del Terraglio, si installa un circo che dà spettacolo per un mese. Un terreno è stato acquistato dalla Fondazione Carpinetum che sta progettando il futuro ipermercato solidale. Nelle scorse settimane è arrivata in segreteria la richiesta di allestire i tendoni con tanto di baracche e belve.

Pur trattandosi di una questione marginale, abbiamo ritenuto di affrontare l’argomento in Consiglio ed è parso bene a tutti di rinunciare a questa attività per rispetto alla sensibilità di molti. In effetti sta maturando sempre più l’attenzione verso le creature con le quali conviviamo in questo mondo. Ebbene: appena ricevuta la notizia del nostro rifiuto, il sacerdote assistente dei circensi mi ha chiamato per perorare la causa del circo. Quel prete prometteva rassicurazioni sulla serietà delle persone e sull’ottimo trattamento degli animali. Comunque abbiamo deciso per principio di soprassedere, perché la sostanza non cambiava.

Se però posso proporre una riflessione, dico: se sui nostri porti italiani fosse attraccata una nave di pinguini “teneri e coccolosi” avremmo provveduto alla sistemazione in pochi istanti. Invece arrivano uomini e donne e sappiamo bloccarli per giorni e giorni. Il mondo va così e forse verrà il giorno in cui anch’io dovrò mettermi in gabbia e fare la scimmia pur di vedermi riconosciuta una qualche dignità.

don Gianni

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