Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Un grido di speranza

Inserito il 28 Ottobre 2018 alle ore 15:49 da Plinio Borghi

Un grido di speranza (I parte). Da oggi alla fine dell’anno liturgico saremo sostanzialmente proiettati nella sfera escatologica, che include i cosiddetti “Novissimi”: morte, giudizio (particolare e universale), inferno e paradiso. A contribuire alla riflessione sull’epilogo della nostra fede contribuiscono il giorno di tutti i Santi e quello della commemorazione dei defunti, divisi in due momenti più per nostre questioni pratiche (abbiamo bisogno di invocare da una parte l’intercessione dei santi e dall’altra di dedicarci alla preghiera per i nostri cari) che per motivi reali: le anime in Paradiso e quelle in Purgatorio sono parimenti sante e parimenti intercedono per noi, anche se quest’ultime hanno ancora bisogno del suffragio per raggiungere la gioia piena dell’incontro col Padre. Orbene, da quale condizione ci libera la morte? Prima di tutto da quella umana, legata alla natura del nostro corpo e alla debolezza che ci induce al peccato; il quale a sua volta ci rende ciechi, come il povero Bartimeo, il protagonista del vangelo di oggi. Siamo all’ultimo miracolo raccontato da Marco e penso non sia un caso che la liturgia ce l’abbia collocato proprio in questo arco di tempo. Il malcapitato grida appena sente arrivare il Nazareno, invoca insistentemente la sua pietà, nonostante i seguaci tentino di zittirlo. Il suo è un grido di speranza, presume di avere una carta importante da giocare: se gli sfugge quest’occasione, non gliene capita un’altra simile. Egli ci insegna che solo la fede può riscattarlo dalla sua condizione di cecità, che lo costringe a brancolare nel buio. Gesù avverte questa tensione e lo fa chiamare. Il fatto ci offre motivo di consolazione a conferma della rassicurazione che il nostro Salvatore ci ha più volte data: se insistiamo nel chiedere, il Padre non rimane insensibile. Certo, farlo da disperati non ha effetto. Solo una speranza, quella che dà certezza, è tale da garantirci. Un’ultima notazione dell’evangelista: Bartimeo, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Il mantello era tutto ciò che possedeva. Non sa ancora cosa succederà, ma la certezza è tale che d’un balzo lascia tutto. Quale abisso con l’atteggiamento del giovane ricco di due settimane fa! “Va’, la tua fede ti ha salvato”. Ma l’ex cieco non va e, senza girarsi indietro, prende a seguire il Messia. Otterremo anche noi lo stesso lasciapassare al momento del giudizio particolare? Dipende da quanto forte e reale sarà stato il nostro grido di speranza.

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