Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Mai ossimoro fu più sublime!

Inserito il 25 Novembre 2018 alle ore 08:51 da Plinio Borghi

Mai ossimoro fu più sublime! E mai così reale da perdere la sua antitesi. Un re venuto per servire! Fino all’ultimo Gesù ci sorprende con lezioni di vita: per regnare bisogna prima imparare a servire; l’autorità ti deriva dal metterti a servizio degli altri; per poter comandare bene occorre esercitarsi all’obbedienza. E in effetti sono indirizzi che i più accorti si peritano di mettere in pratica, innanzitutto perché è vero e poi anche in termini strumentali: quanto più credibilità acquista chi si appresta ad assumersi responsabilità dopo aver fatto la sua bella gavetta! A noi cristiani, tuttavia, non è dato di strumentalizzare alcunché, perché il nostro Maestro ce lo dice da sempre: siamo chiamati ad essere in questo mondo elementi di contraddizione e la sua predicazione, a partire dalle cosiddette “beatitudini”, riflette questa impostazione. D’altronde, se il Messia fosse venuto per allinearsi all’andazzo corrente, che senso avrebbe avuto? Certo, tutti pensavano ad un conquistatore, ad uno che riscattasse il suo popolo dal giogo, che si facesse re nel senso materiale del termine, tant’è che su questa accusa hanno giocato anche coloro che lo volevano morto e il vangelo di oggi riprende proprio il dialogo con Ponzio Pilato sull’argomento. Gesù però s’è rivelato di tutt’altra pasta e con prospettive ben diverse, puntando ad un trono tutto particolare, come la croce. L’ha fatto per liberarci dal vero giogo, quello del peccato, e per farci conquistare il vero Regno, quello dei cieli; però non è stato un gesto puramente gratuito: in cambio dobbiamo ricondurgli tutti i regni terreni, tutti devono riconoscere in lui il vero Re dell’universo. Nel tempo più di qualcuno, anche di quelli che credevano di aver capito tutto, ha pensato di doverlo fare a fil di spada, travisando lo spirito della missione, che è diffondere la lieta novella fino ai confini del mondo. Come? Amando (la famosa sintesi di tutti i precetti) e servendo (da questo capiranno che siete miei discepoli). Guardiamo ai genitori in famiglia: amano e servono, perciò hanno anche l’autorità (o almeno dovrebbero averla). Altrimenti non saremo segno di contraddizione, ma contraddittori con noi stessi, e la conquista del regno, almeno per noi, si farebbe sempre più lontana. Concludiamo l’anno liturgico con quella bella frase della colletta alternativa di oggi: “O Dio, … illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà a Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra”.

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