Una ventata di anticonformismo
Inserito il 24 Febbraio 2019 alle ore 08:10 da Plinio BorghiUna ventata di anticonformismo non manca mai nel succedersi delle generazioni: sembra un rito al quale è difficile sottrarsi. Anche chi segue le orme dei padri, un pizzico di innovazione tende a introdurla. Non c’è alcunché di sbagliato, se non fosse che poi tutto diventa una moda da seguire e ci si ritrova tutti uguali, magari diversi da chi ci ha preceduto o dall’impostazione sociale che va per la maggiore, ma ben conformati fra coetanei. È stato così negli anni ’60, quando abbiamo reagito ai capelli tagliati “all’umberta” e giù tutti con i capelli fin sotto le orecchie, con i Beatles come idoli di riferimento. Poi è stata la volta delle minigonne, dei pantaloni a campana e via così fino a oggi dove imperversano scarponcini slacciati, capelli all’ultimo dei moicani, jeans sgualciti, magari col cavallotto alle ginocchia, dei quali a farne le spese sono, in primis, le panche della chiesa, decorate di graffi prodotti dalle borchie delle tasche posteriori scese a livello di coscia. Purtroppo anche negli aspetti negativi ci si conforma e da qui al ricorso da parte di adolescenti sempre più giovani alla droga e all’alcool, alla costituzione (vigliacca) in bande dedite ai reati più stupidi, come il vandalismo o il picchiare la gente a caso, specie se debole, il passo è breve. Non basta, ci conformiamo pure nell’educazione, nel voler bene a chi ce ne vuole, nel trattare bene chi ci considera, ecc. ecc. Ma di quale anticonformismo andiamo cianciando? Ma l’abbiamo mai letto bene il Vangelo? Oggi il più grande Anticonformista di tutti i tempi ci dà una lezione in merito che è esemplare: amare chi ci vuol male, benedire chi ti maledice, dare anche la giacca a chi ti sottrae il cappotto (come dire “dai i soldi per la benzina a chi ti frega la macchina”), se ti picchiano porgi l’altra guancia. Tutti sono capaci di applicare il criterio della reciprocità e pronti a “queo xe ‘na vita che nol me ciama, te par che mi ghe telefono ‘ncora?”. Il nostro Anticonformista per eccellenza ci dice di fare senza contare di essere ricambiati. Ma come?! Si è sempre detto che i più conformisti sono proprio quelli che si appiattiscono alla religione, nel nostro caso al Vangelo! Ecco l’inganno! Il Vangelo non va seguito passivamente, va vissuto e qui sta il vero anticonformismo, perché vuol dire veramente provocare, altro che accontentarsi di qualche sguardo di commiserazione per un look strambo! Dice: “Però è dura!”. Appunto e.. quando il gioco si fa duro, solo i duri (nella fede) cominciano a giocare!