Ma.. la Quaresima è per tutti?
Inserito il 10 Marzo 2019 alle ore 08:08 da Plinio BorghiMa.. la Quaresima è per tutti? Premettiamo intanto che, se il carnevale non ci fosse, bisognerebbe inventarlo: è un trampolino di lancio utile per un periodo che si preannuncia forte. Tanto il primo è frivolo e inconsistente quanto il secondo è impegnativo e di uno spessore che incide profondamente nella nostra vita, e non solo spirituale. Entrambi sono ben circoscritti nel tempo e sia l’uno che l’altra sarebbero insopportabili se durassero senza limiti. Lo dico perché c’è qualche “gaudente” che, purtroppo, tenderebbe a trasformare la sua esistenza in una carnevalata continua, pensando di finalizzare tutto ad un divertimento effimero e ignorando platealmente che anche questo può essere bello se dura poco; poi diventa fatalmente un surrogato, una brutta copia della sana allegria. Di contro, c’è pure chi riduce la propria vita ad una Quaresima infinita e non tanto perché sia naturalmente portato alla tristezza, cosa che questo periodo non richiede affatto, come evidenziava il nostro parroco nel suo editoriale di domenica scorsa, bensì perché ritiene che l’introspezione, il revisionismo e la tensione debbano essere suoi compagni costanti. Nulla di più debilitante. L’introspezione ha senso se poi contribuisce alla crescita nella normalità; parimenti il revisionismo (o la conversione) comporta un cambio di rotta che poi ti offre una nuova direzione: se si ripete, va a finire che ci ritroviamo a girare intorno senza andare da alcuna parte; non parliamo poi della tensione, che per sua stessa natura richiede un allentamento, se si vuole mantenere elasticità di vedute, o al massimo una stabilizzazione, com’è per la cinghia del motore, se vogliamo agevolare il movimento. Tutto ciò vale sia per l’aspetto fisico sia per quello spirituale, al quale la Quaresima è particolarmente dedicata, ma nel quale siamo coinvolti totalmente, anche con qualche sacrificio concreto. A questo punto scaturisce la risposta al quesito iniziale: sì la Quaresima è per tutti, ricchi e poveri, sani e sofferenti, colti e ignoranti, credenti e non credenti o praticanti altre fedi (anche se quest’ultimi la chiamano con altri nomi). Tutti hanno bisogno di rigenerarsi, di riconsiderare le proprie impostazioni per poi riprendere più gagliardi che mai. È come fossero le ferie dell’anima. Attenzione, però, a non farne oggetto solo di esteriorità, bensì andare al sodo: quel che conta è l’intimità con Dio, come ci richiamava il vangelo del mercoledì delle ceneri, non la faccia smunta da mostrare agli altri.