Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Come festeggiare la Pasqua?

Inserito il 21 Aprile 2019 alle ore 08:00 da Plinio Borghi

Come festeggiare la Pasqua? Se ci rivolgessimo a mo’ d’inchiesta ad un campione di persone, sono certo che il 90% si verserebbe in mille congetture sul come e dove trascorrere la giornata speciale. Parecchi, prendendola larga, l’hanno già inclusa in un ampio periodo di vacanza che va come minimo dal Giovedì al lunedì dell’Angelo. Altri si stanno già dando da fare per prenotare un buon ristorante, magari in compagnia, all’insegna del “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”. I più “scarognati” si accontentano di organizzare una Pasquetta tradizionale, con gita fuori porta ed eventuale pic-nic, tempo permettendo. Qualcuno, più compreso dall’aspetto religioso, avrà pensato bene di sbocconcellare qualche partecipazione alle funzioni della Settimana Santa e di concludere rigorosamente con la Messa della veglia, così da tenere “sgombra” la giornata festiva da “obblighi di precetto”. Sfugge in questo contesto il fatto che è vero sì che in tutte le domeniche si celebra il mistero pasquale, ma che tuttavia questa ha qualcosa di speciale per tutti coloro che si dicono credenti: si rinnova il motivo per cui lo siamo e cioè il Cristo risorto. Se inventiamo tutti i modi di far festa, tranne quello di avere al centro dell’attenzione il Festeggiato, che senso ha? Proviamo a pensare a tutte le occasioni conviviali in cui ci riuniamo per qualche anniversario o qualche avvenimento, come una prima comunione, una cresima, un matrimonio e togliamo per un attimo le persone che sono oggetto di ciò: il resto diventerebbe una stonatura, una farsa. C’è di più. Come accennava il nostro parroco ne “L’incontro” di un paio di settimane fa, di Cristo possiamo dimostrare storicamente tutto, tranne la Resurrezione, che è giustificata solo da una fede che va oltre alla ragione, ma non per questo è irragionevole, tanto è vero che è l’unico fatto che è stato avversato (dai religiosi ebrei di allora) ed è contestato dai detrattori. La Resurrezione, proprio in quanto non dimostrabile, ma ineludibile, tiene in piedi tutto il “palco” della nostra fede. E allora perché svilirla agli occhi del mondo disattendendola nel momento più topico? Se la forza che ci deriverebbe dal confronto si riduce a una farsa, cosa andiamo a testimoniare? Il vangelo di oggi termina, anche per l’incredulità degli apostoli stessi, dicendo che non avevano ancora compreso che “Egli doveva risuscitare dai morti”. Allora, festeggiamo la Pasqua come vogliamo, purché al centro dell’attenzione ci sia Lui, il Signore risorto. Buona Pasqua.

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