Cristiani troppo tiepidi?
Inserito il 24 Aprile 2019 alle ore 20:22 da Don Gianni AntoniazziL’attacco in Sri Lanka del giorno di Pasqua ha ucciso turisti facoltosi ma soprattutto tanti cristiani innocenti. Ci sono più martiri oggi che nei primi secoli: chiediamoci se la nostra fede è convinta o resta fiacca
Mi è capitato sottomano Il fatto quotidiano del 23 aprile. In prima pagina c’era un articolo interessante. L’autore, Byung-Chul Han, sostiene che il segno distintivo del nostro tempo è la levigatezza. Dagli smartphone alle sculture di successo, dai dialoghi sui social network all’estetica delle auto: cerchiamo sempre di smussare le punte. Questa logica corrisponde all’imperativo sociale di non ferire e non causare ruvidezze.
Qui in Italia la nostra fede segue lo stesso stile: non prendiamo una netta posizione su Cristo per paura di ferire altri. In molte parti del mondo, invece, i cristiani sanno distinguersi. Attenzione. Mica si dividono dalla gente, perché ogni divisione è pur sempre frutto di odio.
Tuttavia si distinguono, nel senso che vogliono appartenere non alle mode prevalenti, ma alla luce di Cristo. Si distinguono anche per la capacità di perdono e perciò spesso le tenebre li aggrediscono. Così ci sono martiri, oggi più che agli inizi dell’era cristiana.
Qui da noi si preferisce essere cristiani levigati: senza punte, senza accenti particolari. Per esempio: bellissima la veglia di Pasqua. Eppure non ci sono state professioni di fede e nessuno si è scommesso per Cristo. Noi educatori, per primi, non proponiamo di uscire dal clima morbido di una società levigata. Non cerchiamo motivi di distinzione. Così, però, non si cresce: i ragazzi diventano buoni in ogni circostanza ma, al contempo, rischiano di essere buoni a nulla. La Scrittura divina condanna chi è tiepido: Dio lo vomita (Ap 3,15-19). Nella parabola del Padre misericordioso, il figlio grande non prende posizione. Alla fine resta fuori casa.
don Gianni